ROMA – Si è avviata nell’Aula del Senato la discussione generale sul disegno di legge del Governo contro la violenza sulle donne, licenziato ieri all’unanimità dalla Commissione Giustizia. Il testo, già approvato dalla Camera, si compone di 19 articoli e punta da un lato sulla prevenzione e dall’altro ad assicurare la certezza dei tempi per le misure di tutela delle vittime di violenza, rafforzando e ampliando le norme del Codice Rosso.
llustrando le norme, la relatrice Susanna Campione (Fratelli d’Italia) rivolge un ringraziamento “a tutte le forze politiche che fin dal primo giorno hanno lavorato insieme e con grande dedizione. Per tutte le forze politiche – sottolinea la senatrice – è una priorità assoluta. Ieri in commissione tutti i commissari hanno ribadito l’estrema urgenza che il Parlamento approvi la legge il prima possibile in risposta all’escalation di femminicidi a cui stiamo assistendo”.
Il testo è stato varato dal Consiglio dei ministri – con le firme dei ministri Roccella, Nordio e Piantedosi – a inizio giugno e approvato in prima lettura alla Camera il 26 ottobre scorso con alcune modifiche. Grazie a un accordo tra i gruppi di maggioranza e opposizione a Palazzo Madama non sono stati presentati emendamenti. Verranno esaminati solo alcuni ordini del giorno, tra cui quelli per l’introduzione a scuola di un’ora di educazione per sensibilizzare i più giovani. Il ddl arriva quindi in Aula per il via libera definitivo proprio nei giorni della tragedia di Giulia Cecchettin, uccisa per mano dell’ex fidanzato Filippo Turetta.
Anche sulla spinta di quest’ennesimo tragico fatto di cronaca, il Parlamento ha impresso un’accelerazione all’approvazione della legge. I 19 articoli mirano a rafforzare la tutela della vittima accrescendo l’attenzione verso i “reati spia” e inasprendo le misure di protezione preventiva. Riguardo alla persecuzione del reato, il provvedimento fissa tempi stringenti per l’adozione delle misure cautelari, come l’utilizzo più rigoroso del braccialetto elettronico, e dispone l’arresto anche in ‘flagranza differita’ con l’acquisizione di documentazione video-fotografica o che derivi da applicazioni informatiche o telematiche. Si rafforzano le misure in tema di ammonimento e di informazione alle vittime e per l’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare. Specializzazione dei magistrati che si occupano di violenza sulle donne e formazione degli operatori che, a vario titolo, entrano in contatto con le vittime.