4 bambini e 9 donne gli ostaggi israeliani rilasciati
Sono tre bambine, un bambino e 9 donne gli ostaggi rilasciati oggi da Hamas.
La tv pubblica israeliana Kan ha diffuso la lista ufficiale dei nomi. Si tratta di Doron Katz Asher, 34 anni; Aviv Asher, 2 anni; Raz Asher, 4 anni; Daneil Alloni, 45 anni; Emilia Alloni, 6 anni; Keren Monder, 54 anni; Ohad Monder, 9 anni; Ruthi Monder, 78 anni; Yaffa Aadar, 85 anni; Margalit Mozes, 77 anni; Hanna Katzir, 77 anni; Adina Moshe, 72 anni; Hanna Perri, 79 anni.
Diffusi i primi nomi degli ostaggi rilasciati
Il Forum delle famiglie ha diffuso i primi nomi degli ostaggi israeliani rilasciati. Si tratta di Margalit Moses (78 anni), Adina Moshe (72), Daniel Aloni (45 anni) e sua figlia Emilia di 6 anni. Tutti del kibbutz di Nir Oz. Le prime due sono state riconosciute anche nel video diffuso da una tv mentre passavano dal valico di Rafah.
La Croce Rossa a Israele, 'gli ostaggi stanno bene'
Gli ostaggi rilasciati oggi da Hamas ''stanno bene''. Lo ha reso noto la Croce Rossa al Magen David Adom, il suo equivalente israeliano. Il direttore del Magen David Adom Ely Bin ha detto alla televisione israeliana che in tutto la Croce rossa ha ricevuto 24 ostaggi: 13 di cittadinanza israeliana e altri 11 con cittadinanze diverse.
I 13 ostaggi sono ora in mano degli israeliani
I13 ostaggi israeliani sono ora stati consegnati allo Shin Bet. Lo rende noto una fonte israeliana, secondo quanto riporta Times of Israel.
Israele accusa Sanchez e De Croo di sostegno al terrorismo
Il premier Benyamin Netanyahu ha detto di condannare "con forza le dichiarazioni dei primi ministri di Spagna e Belgio che non hanno attribuito la piena responsabilità dei crimini contro l'umanità compiuti da Hamas che hanno massacrato i nostri civili e usano i palestinesi come scudi umani". Netanyahu si è riferito alla conferenza stampa che i due leader, Pedro Sanchez e Alexander De Croo, hanno tenuto a Rafah mentre si attendeva il rilascio dei 13 ostaggi israeliani. Il ministero degli esteri a Gerusalemme ha convocato gli ambasciatori dei due Paesi dopo aver sottolineato che i premier "hanno dato sostegno al terrorismo".
Sanchez e De Croo, conferenza di pace per Gaza al più presto
"Speriamo in un cessate il fuoco permanente. La soluzione diplomatica è l'unica possibile": lo hanno detto il premier spagnolo Pedro Sanchez e quello belga Alexander De Croo al valico di Rafah, dove attendevano l'arrivo dei primi ostaggi liberati in base all'accordo. Auspicando un cessate il fuoco permanente, i due hanno auspicato "una soluzione politica" e l'organizzazione "al più presto di una conferenza di pace".
Nel breve termine, "un cessate il fuoco più lungo e una risposta alla crisi umanitaria di Gaza". "Diciamo ad Hamas: per favore rilasciate gli ostaggi - ha detto De Croo - . Hamas ha dato il via a tutto questo e Israele aveva il diritto di difendersi". "E' però necessario - ha aggiunto - porre fine alla costruzione di insediamenti in Cisgiordania. La legge deve essere rispettata e gli attacchi terroristici devono cessare".
Per risolvere il conflitto in Medio Oriente "non c'è nessuna soluzione militare, l'unica soluzione possibile è politica", ha detto de Croo secondo il quale "l'obiettivo è un cessate il fuoco permanente: bisogna fare tutto il possibile per sfruttare questo momento, liberare tutti gli ostaggi e far sì che gli oltre 1.000 camion con aiuti umanitari oltrepassino la frontiera". De Croo ha anche auspicato che vengano aperti "altri valichi di frontiera" per permettere l'entrata di aiuti a Gaza, "anche al confine con Israele, non solo su quello egiziano".
"È arrivato il momento per la comunità internazionale, e soprattutto per l'Unione Europea e per i suoi Stati membri, di riconoscere una volta per tutta lo Stato di Palestina", ha aggiunto invece Sánchez. "È qualcosa che vale la pena, che ha la sufficiente importanza e che numerosi Stati membri ritengono che dovrebbe essere fatto in modo congiunto. Ma se ciò non avverrà, la Spagna adotterà le proprie decisioni", ha aggiunto Sánchez, sostenendo che quello attuale è "un momento fondamentale" in cui "tutta la comunità internazionale deve mostrare il suo pieno appoggio" a "una soluzione duratura" che "possa soddisfare israeliani e palestinesi.
I due premier hanno quindi ribadito la convinzione che la tregua umanitaria debba continuare, e l'Egitto deve aprire altri valichi oltre a Rafah, perchè "i civili di Gaza ne hanno bisogno". "Dobbiamo porre fine a questa catastrofe umanitaria. Gli aiuti umanitari devono entrare a Gaza in modo sufficiente e regolare", ha detto Sanchez, ringraziando l'Egitto per gli sforzi finora profusi ed esprimendo l'impegno della Spagna e dell'intera Unione Europea nel sostenerlo.
"Dobbiamo iniziare oggi l'attuazione finale della soluzione dei due Stati. Abbiamo bisogno di un approccio serio per raggiungere la pace e qualsiasi soluzione deve essere globale", ha aggiunto. De Croo ha definito una "buona notizia" il rilascio di 13 ostaggi israeliani, "ma abbiamo bisogno di qualcosa in più - ha aggiunto -. L'obiettivo finale è un cessate il fuoco permanente".
Ynet, i 13 ostaggi israeliani già in Egitto
Funzionari israeliani hanno confermato che i sequestrati israeliani sono stati consegnati alla Croce Rossa in Egitto, come riportato dalla rete Cnn.
Lo rende noto il sito Ynet news.
Anche un'altra fonte ufficiale israeliana, citata dalla tv Kan, ha confermato che i 13 ostaggi sono nelle mani della Croce Rossa in Egitto.
I 13 ostaggi israeliani consegnati alla Croce Rossa, anche Hamas conferma
La tv israeliana Kan, che ha citato fonti egiziane, ha riferito che i 13 ostaggi israeliani da liberare sono stati consegnati alla Croce Rossa.
L'ufficio del premier Netanyahu ha confermato che gli ostaggi sono nelle mani della Croce Rossa e dopo una prima visita stanno procedendo verso il valico di Rafah. Secondo i media, sono partiti da Khan Younis per dirigersi verso il valico.
Anche Hamas conferma di aver consegnato i 13 ostaggi israeliani alla Croce Rossa. Lo ha riferito l'emittente Voce di al-Aqsa, legata ad Hamas.
Rilasciati a Gaza 12 ostaggi thailandesi
"Dodici lavoratori thailandesi presi in ostaggio a Gaza sono stati rilasciati". Lo hanno confermato il dipartimento di Sicurezza e il Ministero degli Affari Esteri. Lo ha annunciato il premier thailandese Srettha Thavisin sul profilo X, aggiungendo che i funzionari dell'ambasciata andranno a prenderli a breve. Questi ostaggi non riguardano l'accordo tra Israele e Hamas per il rilascio dei rapiti israeliani.
Scattano quattro giorni di stop alle armi
Un cessate il fuoco di almeno quattro giorni fra Hamas ed Israele è entrato in vigore a Gaza.Lo ha reso noto la radio militare. Nel pomeriggio è attesa la liberazione di 13 ostaggi israeliani, per lo più donne e bambini. In seguito torneranno in libertà anche una trentina di donne e di minorenni palestinesi detenuti in Israele. La sospensione temporanea delle ostilità dovrebbe riguardare anche il confine settentrionale di Israele, dopo ripetuti scontri a fuoco fra l'esercito e gli Hezbollah libanesi.
Intercettato un razzo sparato da Gaza dopo inizio tregua
Un razzo sparato da Gaza dopo l'inizio del cessate il fuoco è stato intercettato da una batteria Iron Dome di difesa aerea nei pressi dei kibbutz israeliani di frontiera di Kissufim ed Ein Ha-Shlosha'. In precedenza erano risuonate in quella zona le sirene di allarme.
Lo ha riferito la radio militare. Non si segnalano danni nè vittime.
Prima del'inizio della tregua distrutto da Israele un tunnel di Hamas sotto l'ospedale Shifa
L'esercito israeliano ha fatto esplodere stamattina, prima dell'inizio della tregua, un lungo tunnel scavato sotto all'ospedale Shifa di Gaza. Lo ha riferito la radio militare. Secondo un portavoce dell'esercito, Hamas aveva allestito sotto al nosocomio "un centro nevralgico per lo svolgimento di attività terroristiche". Ieri li militari israeliani hanno arrestato il direttore dell'ospedale Shifa, Mohammad Abu Salmiya.
L'Esercito avverte gli sfollati: 'Non tornate nel nord della Striscia'
L'esercito israeliano ha avvertito le masse di palestinesi sfollati nel sud della striscia di Gaza di astenersi dal cercare di tornare nella zona nord, malgrado l'inizio di alcuni giorni di cessate il fuoco. ''La guerra non e' ancora terminata - ha affermato in arabo il portavoce militare Avichay Adraee - la pausa umanitaria e' temporanea. La zona nord resta un'area di guerra. E' molto pericolosa, non andate verso nord. Resta permesso invece il transito da nord verso sud, sulla arteria Sallah a-Din. Gli spostamenti verso nord sono vietati e pericolosi''.
"Funzionari palestinesi" hanno detto agli sfollati palestinesi nel sud della Striscia che possono tornare nelle loro case al nord. Lo ha riferito Times of Israel aggiungendo che per questo l'esercito israeliano (Idf) ha lanciato volantini su Gaza avvertendo i residenti di non tornare al nord che, anche in con la tregua, resta ancora zona di guerra. Una delle condizioni dell'accordo raggiunto tra le parti - hanno ricordato i media - stabilisce che per tutti i giorni di tregua, la popolazione sfollata resti al sud.
Egitto, camion con aiuti iniziano a entrare a Gaza
Duecento camion carichi di cibo, medicine e acqua per la Striscia di Gaza e cisterne di carburante dovrebbero entrare oggi dal valico di Rafah - fa sapere l'ufficio stampa del governo egiziano - ma finora solo 12 hanno varcato il confine, secondo quanto riferito da fonti della Mezzaluna rossa egiziana nel Nord Sinai. Hanno oltrepassato il confine anche tre autocisterne, che trasportano circa 90mila litri di carburante. Si prevede che oggi ne entreranno tra i 120mila e i 150mila litri. Sono stati intanto accolti 12 feriti e i loro accompagnatori.
A Rafah centinaia di persone premono per passare il valico
Fonti del valico di Rafah e della Mezzaluna Rossa hanno riferito che per la prima volta dall'inizio della guerra, centinaia di persone si stanno riversando al valico di Rafah, sia dal lato egiziano che da quello palestinese, e senza un elenco preventivo. Tra queste ci sono stranieri ed egiziani rimasti bloccati nella Striscia e che vogliono passare in Egitto, e palestinesi bloccati nel Sinai e in altre città egiziane che lasciano l'Egitto per tornare a Gaza. Intanto continuano ad attraversare il valico i camion con gli aiuti, in coordinamento con l'Unrwa e la Mezzaluna Rossa egiziana e palestinese.
Iran: 'Israele ha perso la guerra, perderà anche in politica'
"Coloro che hanno perso sul campo di battaglia perderanno anche nel campo politico". Lo ha affermato il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian in riferimento a Israele durante un colloquio con il capo dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, a Doha. "L'operazione tempesta al-Aqsa ha sconvolto il mondo, nonostante le perdite del popolo palestinese siano molto alte nella Striscia di Gaza, la dimensione della vittoria e delle conquiste della nazione palestinese sono maggiori", ha aggiunto Amirabdollahian affermando che l'attacco di Hamas contro Israele ha cambiato gli equilibri strategici a favore della Palestina.
Secondo quanto riporta Irna, il leader di Hamas ha definito gli Usa come "il principale asse nella guerra a Gaza" e ha ringraziato l'Iran per gli sforzi diplomatici che hanno portato alla realizzazione del cessate il fuoco. "Questa è una vittoria politica che è stata raggiunta in base alla vittoria della resistenza sul campo mentre il nemico non è riuscito a raggiungere i suoi obiettivi, a parte uccidere donne e bambini e distruggere le loro case", ha detto Haniyeh.
Cameron annuncia altri 30 milioni di sterline per Gaza
Il Regno Unito fornirà ulteriori 30 milioni di sterline in aiuti umanitari a Gaza: lo ha dichiarato il ministro degli Esteri britannico David Cameron in visita oggi nei territori palestinesi, citato dal Guardian. Oggi Cameron incontrerà i leader palestinesi e le agenzie umanitarie. "Ci auguriamo che oggi avvenga il rilascio degli ostaggi e invito tutte le parti a continuare a lavorare per il rilascio di ogni ostaggio. La pausa consentirà anche l'accesso agli aiuti salvavita per la popolazione di Gaza", ha dichiarato, "il nuovo impegno raddoppierà l'importo degli aiuti aggiuntivi che la Gran Bretagna ha impegnato per Gaza".
Israele conferma, carburante e gas domestico entrati da Rafah
Quattro camion di carburante e quattro di gas per uso domestico sono entrati questa mattina dal valico di Rafah tra Egitto e Gaza per la popolazione della Striscia. Lo ha confermato il Cogat, l'ente di governo israeliano per i Territori secondo cui "la consegna è stata approvata dalla classe politica" e fa parte dell'accordo per la tregua e il rilascio degli ostaggi. "Il carburante e il gas domestico sono destinati - ha spiegato il Cogat - ai bisogni essenziali delle infrastrutture umanitarie nella Striscia".
Servizio carceri ha avuto lista 39 palestinesi da liberare
Il Servizio Penitenziario israeliano ha ricevuto la lista dei 39 detenuti palestinesi che saranno rilasciati oggi nell'ambito dello scambio con 13 ostaggi israeliani portati da Hamas a Gaza. Lo hanno riferito i media. Il Servizio ha iniziato a esaminare i 39 detenuti minorenni e donne e che saranno trasferiti nella prigione di Ofer in Cisgiordania poco prima di mezzogiorno, prima del loro rilascio in Cisgiordania o a Gerusalemme est.
Hezbollah, rispettiamo la tregua a patto che Israele non attacchi
Gli Hezbollah libanesi assicurano di voler rispettare la tregua di quattro giorni, entrata in vigore stamani, senza sparare contro le postazioni militari israeliane dal sud del Libano. Parlando al quotidiano libanese L'Orient-Le Jour, una fonte di Hezbollah ha affermato: "Ci adeguiamo alla tregua decretata a Gaza a condizione che Israele non attacchi il sud del Libano. Se lo dovesse fare, non rimarremo certo con le mani in mano".
Dopo quasi 50 giorni di guerra tra Hezbollah e Israele, una calma tesa regna nel sud del Libano a ridosso della linea di demarcazione tra i due Paesi. Lo riferiscono all'ANSA testimoni oculari a conferma di quanto riportato da media locali libanesi.
Nelle ultime 24 ore si era registrata un'escalation senza precedenti lungo il fronte di guerra tra Hezbollah e Israele con decine di razzi sparati dal Partito di Dio contro postazioni militari israeliane in Alta Galilea e con le intense repliche dell'aviazione e dell'artiglieria israeliane sul sud del Libano.
L'Egitto avverte: 'Non consentiremo lo spostamento forzato o la liquidazione della causa palestinese'
"L'Egitto non consentirà lo sfollamento forzato". Lo ha ribadito il presidente egiziano Abdel Fattah Al-Sisi in una conferenza stampa con i primi ministri spagnolo Pedro Sánchez e belga Alexander De Croo.
"In Egitto abbiamo accolto nove milioni di persone, ma ciò è avvenuto in circostanze diverse rispetto alla Striscia di Gaza.
Avevano problemi di sicurezza nei loro Paesi, come Siria, Libia, Yemen, Iraq o Sudan. Ma la situazione nella Striscia è totalmente diversa, ha continuato Al-Sisi.
"Non permetteremo né accetteremo lo spostamento forzato o la liquidazione della causa palestinese", ha insistito. "Dobbiamo agire diversamente: far riconoscere lo Stato palestinese da parte della comunità internazionale e dalle Nazioni Unite. Al momento - ha aggiunto - si tratta di contenere l'escalation e fornire assistenza. L'Egitto ha fornito quasi il 70-75% degli aiuti nonostante le sue condizioni economiche, ma la comunità internazionale deve fornire aiuti sufficienti per 2,3 milioni di persone" .
Gli ostaggi israeliani saranno portati alla base di Hatzerim nel sud
Gli ostaggi, una volta usciti dal valico di Rafah, saranno consegnati ad Israele in "prossimità del confine", e poi saranno trasferiti in Israele nella base militare di Hatzerim, nel sud del Paese. Il trasbordo - secondo quanto si è appreso da fonte ufficiale e ripreso dai media - avverrà probabilmente con elicotteri militari. A bordo di ogni velivolo ci sarà una equipe medica per assistere gli ostaggi. Le tv hanno mostrato le cuffie speciali che saranno date ai più piccoli per attutire il rumore.