Gente d'Italia

Dallo Stato italiano l’auto popolare per le famiglie a basso reddito

di DIEGO LONGHIN

L’Italia potrebbe copiare la Francia e importare il modello del leasing sociale per consentire alle famiglie meno abbienti di cambiare l’auto vecchia e avere a disposizione un’auto elettrica o con motore termico a basso impatto ambientale. Rata mensile? A partire da 75 euro. In Francia è iniziata il 1 novembre la raccolta delle richieste e a gennaio saranno consegnate le vetture acquistate dallo Stato e poi assegnate alle famiglie. In Italia ci sono già stati incontri tra l’Aci, che si candida a gestire il parco auto dato in affitto a chi rottama le macchine più vetuste, e il ministero dei Trasporti, guidato dal vicepremier Matteo Salvini, oltre che con le strutture dei ministeri delle Imprese e del Made in Italy, guidato da Adolfo Urso, e dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, che è gestito da Gilberto Pichetto Fratin. «La prossima settimana ci sarà un altro confronto», dice il presidente dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani. E aggiunge: «L’importante sarebbe partire nel 2024 con la sperimentazione, anche con un numero minimo di vetture. Poi lo strumento si potrà affinare».

In Francia il noleggio a lungo termine ha un prezzo fisso a 95 euro al mese. In Italia, secondo l’ipotesi studiata dall’Aci e al vaglio dei ministeri, si dovrebbe tenere conto dell’Isee, dell’età della macchina da rottamare e della tipologia di auto che si andrà a prendere. Elementi che verranno analizzati per stilare la graduatoria delle assegnazioni. «L’idea è di avere rate comprese tra i 75 e i 125 euro». Solo cosi si riusciranno a rottamare macchine che appartengono a una delle categorie da Euro 0 a Euro 3. Si tratta di una fetta superiore ai 10 milioni di veicoli, il 27% del totale dei veicoli circolanti, che sono oltre 40 milioni. «Abbiamo il parco auto più vecchio d’Europa — spiega il numero uno dell’Aci — vuol dire che gli incentivi non servono».

In effetti i soldi stanziati negli anni sono spesso serviti per cambiare le vetture più recenti, non quelle che arrivano a sfiorare i 20 anni. A un mese dalla fine dell’anno si può dire con certezza che avanzano più di 300 milioni dall’ecobonus 2023, mentre altri 120 milioni sono rimasti dal 2022, fondi stanziati per l’acquisto di macchine elettriche non usati, così come 100 dal capitolo ibride plug-in. «Parte di questi soldi possono essere impegnati per il leasing sociale con un beneficio per le famiglie, per l’ambiente e per l’industria», dice Sticchi Damiani. «L’importante è partire — aggiunge il presidente Aci — grazie al ricambio di vetture e alla vendita di quelle usare il meccanismo si potrà alimentare in modo virtuoso».

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