Il 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, non è una data scelta a caso. Ricorda un brutale assassinio, avvenuto il 25 novembre 1960 nella Repubblica Dominicana, ai tempi del dittatore Rafael Leónidas Trujillo.
Tre sorelle, Patria, Maria Teresa e Minerva Mirabal, considerate rivoluzionarie perché impegnate politicamente, furono torturate, massacrate, strangolate. Buttando i loro corpi in un burrone, venne simulato un incidente, al quale nessuno credette.
L’indignazione per la loro uccisione pose l’attenzione del mondo sul regime dominicano e sulla sua cultura machista. Trujillo fu ucciso e il regime cadde pochi mesi dopo l'assassinio delle sorelle Mirabal, soprannominate mariposas (farfalle), come ricorda Save the Children. L’unica sorella sopravvissuta, perché non impegnata attivamente, Belgica Adele, si è occupata dei sei nipoti orfani e di portare avanti la memoria delle sorelle.
La Giornata è stata istituita dall'Onu con la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999. La matrice della violenza contro le donne può essere rintracciata ancor oggi nella disparità nei rapporti tra uomini e donne. E la stessa Dichiarazione adottata dall'Assemblea Generale Onu parla di violenza contro le donne come di "uno dei meccanismi sociali cruciali per mezzo dei quali le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini".
Secondo l’Articolo 1 della Dichiarazione sull'Eliminazione della Violenza contro le Donne, emanata dall’Assemblea Generale nel 1993, la violenza contro le donne è “ogni atto di violenza fondata sul genere che abbia come risultato, o che possa probabilmente avere come risultato, un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, che avvenga nella vita pubblica o privata".
"La violenza contro le donne è una terribile violazione dei diritti umani, una crisi sanitaria pubblica e un grave ostacolo allo sviluppo sostenibile. È persistente, diffusa e in peggioramento", ha detto il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres. "Dagli abusi sessuali al femminicidio assume molte forme - ha aggiunto - ma tutte affondano le loro radici nell'ingiustizia strutturale, cementata da millenni di patriarcato. Viviamo ancora in una cultura dominata dagli uomini che lascia le donne vulnerabili negando loro l'uguaglianza in dignità e diritti. Ne paghiamo tutti il prezzo".
Nonostante l'attivismo, nonostante le leggi, in molti Paesi del mondo tra cui l'Italia si consuma una strage di donne, ancora uccise, stuprate, picchiate. Dall'Iran al Perù, vengono negati diritti essenziali per una vita libera e dignitosa. Molta strada c'è ancora da fare.