di BRUNO TUCCI
Roma surclassata da Riad. Che vergogna! La capitale del mondo, la città che tutti vorrebbero vedere è stata umiliata. Terza nella scelta dell’Expò 2030.
Surclassata dall’Arabia Saudita, superata anche da una città della Corea del Sud: Busan. Chi la conosce? Se lo chiedi ad un qualsiasi giovanotto che abbia frequentato il liceo ed è oggi uno studente universitario non saprebbe risponderti.
Perché mai, la nostra capitale è stata mortificata in questo modo? In molti rispondono che è colpa dei petrodollari, che contro il dio danaro non si può combattere e vincere. Altri se la prendono con la poca forza che abbiamo in Europa, tanto è vero che i voti sono stati alla fine 17 contro i 27 dell’Unione Europea.
Discorsi ormai triti e ritriti che non convincono più nessuno. Non si può dare la responsabilità al danaro, perché Roma non avrebbe dovuto avere rivali per le bellezze che offre al mondo intero.
Invece è avvenuto l’esatto contrario. Come mai? Per quale ragione? E’ ormai quasi un decennio che la città vive un degrado incredibile.
E’ sporca, l’immondizia è dappertutto, i mezzi pubblici non funzionano, il traffico ti lascia per ore in balia delle altre macchine, le buche nelle strade sono ormai diventate una barzelletta. Si ride per non piangere e c’è già chi definisce Roma “Kaput mundi”.
Nonostante questo, i turisti sono decine di migliaia durante l’anno: gli alberghi sono strapieni, i negozi di Via Condotti o di Via Frattina fanno affari d’oro. Il che significa che il turismo impazza e chi è al vertice del Campidoglio dovrebbe trarne profitto. Al contrario è di rigore l’immobilismo più assoluto e in Giunta non si riesce a realizzare nemmeno un’opera minima.
Dunque, gli stranieri che continuano ad andare a centinaia di migliaia al Colosseo, ai Fori Imperiali, a Piazza di Spagna, alla Fontana di Trevi (solo per buttare nell’acqua la superstiziosa monetina), a Piazza San Pietro ed a Trinità dei Monti, vedono perché hanno occhi per vedere e commentano al ritorno nel momento in cui tornano in albergo a riposarsi.
Ebbene lo stesso fanno quando rientrano in Patria. Parlano delle bellezze di Roma, della suggestione che fanno i monumenti e le loro bellezze storiche, però mettono anche in risalto le grandi pecche della nostra Capitale. Ne discutono con amici, le voci hanno la velocità del suono e giungono ai giornali di mezzo mondo che si limitano a fare il loro mestiere. Ne scrivono sui loro quotidiani non solo in Europa, ma in America, in Asia, finanche in Australia.
Ecco perché poi Roma, dinanzi ad una classifica che deve scegliere l’Expo 2030 finisce col fare quella figura barbina che purtroppo dobbiamo registrare.
Se l’Urbe ha raggiunto questo degrado a chi dobbiamo addossare la responsabilità? Sono dieci anni che al vertice del Campidoglio siedono personaggi della politica che non hanno dimostrato di saper governare una città difficile come Roma.
Forse non ci voleva molto ad assestare la situazione, ma una sorta di menefreghismo ci ha portato ad essere umiliati come è avvenuto l’altro giorno a Parigi.
E’ vero: siamo adorati nel mondo, Roma è la città che tutti vorrebbero vedere e, magari, viverci: per il clima, per la simpatia di coloro che ci abitano, per la spensieratezza tipica dei romani, per la battuta spregiudicata che finisce con l’essere accettata.
Al contrario, ne esce con le ossa rotte quando partecipa ad una competizione internazionale che dovrebbe essere sua.
Abbiamo perso solo perché l’Arabia ha i petrodollari? Forse, ma i soldi non possono arrivare primi quando ci sono al confronto città con un background così diverso. Comunque sia, Roma deve rinunciare ad una quantità di danaro per non essere la città dell’Expo 2030.
Si fanno i conti e, secondo chi li sa fare, si dice che sono andati in fumo una cinquantina di miliardi. Si può ripetere che siamo mortificati?