di BRUNO TUCCI

Bonelli chi? Angelo, il leader di Europa Verde? Ma non era uno strenuo difensore della parità di genere?
Non era Bonelli l’uomo che aveva costruito il suo futuro proprio sulla uguaglianza tra maschietti e femminucce?

Si, proprio lui. E allora? Ha incassato un brutto colpo, quasi da KO, perché la sua portavoce Eleonora Evi si è dimessa perché nel partito furoreggiava il maschilismo. Sembrerebbe una notizia falsa ma non lo è. Chi avrebbe potuto pensare che “l’onorevole tutto green” si macchiasse di tale colpa? Eleonora è tranchant nelle sue dichiarazioni: “Si sta andando verso la deriva autoritaria e autarchica del partito. La mia era diventata una carica di facciata. Non poteva continuare così”.

Bonelli incassa, ma ha la forza per rispondere: “La parità di genere per noi è un “must”.

Sia come sia, le dimissioni della portavoce volano via e oltrepassano i confini del Parlamento.

Facciamo un passo indietro e analizziamo l’iter politico di Bonelli. Non c’è dubbio che era tornato a riempire i titoli dei giornali quando insieme con Nicola Fratoianni aveva sostenuto a spada tratta l’ingresso alla Camera come deputato della Repubblica italiana del signor Aboubakar Soumahoro, un nero che si vantava di difendere i più deboli dalle angherie dei padroni soprattutto del Mezzogiorno.

Quando il neo eletto uscì da Montecitorio con gli stivali infangati e il pugno alzato (il saluto dei comunisti) i suoi padrini lo guardavano estasiati per aver fatto un colpo che sarebbe rimasto nella storia del Parlamento.

Poi, si scoprirono alcune “marachelle” della moglie e della suocera per cui si scatenò una buriana tra i banchi del Palazzo. “Dimissioni, dimissioni”, si gridava. Bonelli e Fratoianni all’angolo riuscirono a convincere Soumahoro ad autosospendersi, ma la punizione durò poco perché il deputato passò al gruppo misto e tutto finì a tarallucci e vino.

Dovendosi riprendersi dal colpo, Angelo Bonelli intraprese una nuova battaglia sulla parità di genere.

Basta con questa supremazia del maschio. Il patriarcato è un sintomo di altri tempi. Le donne hanno gli stessi diritti degli uomini in carriera ed economicamente. Come dimostrare la buona fede di quel che diceva?

Promuovendo a portavoce del partito, Eleonora Evi, uscita polemicamente dai 5Stelle.

Felice come una Pasqua lei cominciò a lavorare con lena difendendo senza se e senza ma tutti gli obiettivi dei Verdi. “E’ infaticabile”, osservavano i dirigenti del partito. Ma deve essere stato questo suo prodigarsi a far nascere le prime invidie e i distinguo di una parte dei dirigenti di Europa Verde.

Così Bonelli che non accetta mai che qualcuno possa fargli ombra cominciò a frenare il suo slancio prima con opinioni che divergevano, poi con decisioni assolutamente contrarie al pensiero di Eleonora.
Insomma, il deputato green riteneva che la sua portavoce andasse al di là dei suoi compiti.

“Non è vero”, replica in una lettera indirizzata al partito. “Io ho sempre ammirato Bonelli al quale riconoscevo capacità ed esperienza”.

Si è arrivati dunque al “redde rationem”, finito proprio con la clamorosa decisione della Evi. Qualcuno chiede con un pizzico di ironia: dove si è nascosta ora la parità di genere? I proclami di Bonelli debbono considerarsi superati?

E come si comporterà lui (strenuo difensore di alcuni princìpi) quando scoppierà una nuova polemica fra donne e uomini? Se dovesse ribadire il suo pensiero sulla parità di genere, gli si potrebbe rispondere con un interrogativo: “Ma Eleonora Evi dove la collochiamo?”.