Tre agenti dell'Interpol del Paraguay sono stati arrestati nella notte tra mercoledì e giovedì ad Asuncion con l'accusa di favoreggiamento della latitanza del boss uruguaiano della droga, Sebastian Marset e di sua moglie.
La magistratura li accusa di aver cancellato il codice rosso alle frontiere per permettere la fuga del narco accusato di gestire il traffico di cocaina tra Bolivia, Paraguay, Uruguay, Argentina ed Europa.
Forti sospetti ricadono anche sul capo di gabinetto dell'Interpol Paraguay, il commissario Victor Flores, che avrebbe rivelato ai suoi subalterni la password per cancellare il codice rosso dal sistema di controllo alle frontiere.
Con i suoi video pubblicati sui social dalla latitanza, il boss uruguaiano continua a mettere in imbarazzo le forze dell'ordine e i governi di vari Paesi della regione.
A luglio era sfuggito di poco alla cattura in Bolivia grazie a una soffiata della stessa polizia.
E il mese scorso i ministri degli Interni e degli Esteri dell'Uruguay hanno dovuto rassegnare le dimissioni per aver rilasciato a Marset un passaporto legale.
In un'intervista concessa dalla latitanza a un canale tv uruguaiano ha affermato che "per farla finita con il traffico di droga bisognerebbe prima farla finita con la polizia e i politici corrotti, e ce ne sono molti".
A soli 32 anni Marset è considerato il "re dell'idrovia", il canale navigabile che attraversa Paraguay, Uruguay e Argentina lungo il quale viaggiano tonnellate di cocaina nascoste nei container di grani e soia destinati all'Europa