ROMA - Lingua e cultura, supporto a Com.It.Es, CGIE, Camere di Commercio, accordi sanitari per gli italiani che tornano temporaneamente a casa, e ancora stampa estera, diritti e sgravi per gli iscritti all’AIRE, azioni per rinforzare il sistema diplomatico italiano, incluso quello onorario, e i consolati con il loro personale. Sono molti gli argomenti su cui il Partito Democratico ha cercato di intervenire per gli italiani nel mondo coordinando il lavoro del gruppo di Senatori eletti all’estero composto da Francesco Giacobbe, Francesca La Marca e Andrea Crisanti, e quello dei deputati Nicola Caré, Christian Di Sanzo, Fabio Porta e Toni Ricciardi.
“La questione degli italiani all’estero è complessa e amplia, e necessita di un lavoro di squadra”, ha spiegato il Senatore Francesco Giacobbe, rappresentante Pd eletto nella circoscrizione Africa-Asia-Oceania-Antartide. “Le nostre comunità all’estero hanno diritto a ricevere servizi di qualità, così come i connazionali che vivono in Italia. Per questo ci siamo concentrati su emendamenti che potessero colmare quel gap fra italiani che questa finanziaria contribuisce a riaprire e, speso, a crearne di nuovi”.
Fra i punti più importanti toccati dagli emendamenti del Pd c’è quello di garantire il servizio sanitario statale per gli iscritti AIRE che tornano in Italia temporaneamente: “è assurdo pensare che un turista possa godere di diritti negati, invece, a italiani che risiedono all’estero”, commenta Giacobbe. “Abbiamo cercato di intervenire in finanziaria per consentire di appianare questa sperequazione su cui insistiamo ormai da tempo”.
Ci sono, poi, emendamenti per chiedere un sostegno maggiore per l’insegnamento della lingua italiana all’estero e la promozione della cultura del Bel Paese. “È un passaggio essenziale perché, proprio attraverso la promozione della nostra lingua e cultura, riusciamo a imporre il Made in Italy nel mondo contribuendo anche ad aumentare il nostro export e attrarre capitali esteri in Italia. Lo scorso anno ci sono stati tagli allarmanti anche a progetti già avviati dagli enti gestori e questo ci preoccupa molto. Non vogliamo passi indietro, ma investimenti per programmare il futuro”.
Per quanto riguarda gli emendamenti dedicati alle rappresentanze degli italiani all’estero, il Senatore conclude: “mi sembra evidente che se abbiamo degli organi elettivi che rappresentano la nostra comunità nelle diverse aree del mondo, ci sia anche bisogno che il governo li metta in condizioni di poter lavorare e adempiere ai compiti per cui sono stati eletti. Organismi come i Com.It.Es e la CGIE fanno molto per gli italiani all’estero, e con un budget più adeguato potrebbero fare ancora di più”.