Sottosegretario Giorgio Silli

di ROBERTO ZANNI

L'onorevole Giorgio Silli, sottosegretario al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Maeci, dovrebbe dimettersi, subito. Ma non lo farà mai, sappiamo tutti che chi prende una poltrona ci si aggrappa con le unghie. Così, se in Italia ci fosse un Governo serio che avesse cura dei propri elettori,  l'on. Silli dovrebbe allora essere sollevato dall'incarico dal ministro del Maeci on. Antonio Tajani, che è anche vice premier, oppure direttamente dal Presidente del Consiglio, on. Giorgia Meloni. Dovrebbe andarsene! Per quale motivo? Perchè afferma ciò che non è vero e crede che gli italiani, in particolare quelli che vivono all'estero, in questo caso l'Uruguay, siano incapaci di comprendere e quindi si possa raccontare loro qualsiasi fandonia. Come si fa a dire, in sede istituzionale, che a Montevideo va tutto bene, con quale faccia? Come si fa a sottolineare l'aumento dei passaporti rilasciati, 11.000, quando è lo stesso numero dal 2018, prima dell'inaugurazione della cancelleria consolare costata 2 milioni di euro? E perchè nella risposta all'interrogazione non si fa cenno alle cittadinanze in attesa? Se fossero state erogate avremmo avuto anche un'impennata nei passaporti. E poi perchè inviare cinque ispettori se tutto va a gonfie vele? Ma purtroppo per Silli e tutti quelli che pensano e parlano come lui, gli italiani all'estero non sono stupidi, caro onorevole, hanno già capito da tempo che dall'alto, e ci riferiamo tanto per essere chiari al Governo di centrodestra, è in atto una macchinazione che ha uno scopo semplice, ma al tempo stesso terribile: nascondere quello che non funziona (tantissimo) e chiudere la bocca a chi ne sta subendo le conseguenze e per questo protesta. Si tratta della più subdola e pericolosa delle censure. L'on. Silli con la sua risposta sull'Ambasciata di Montevideo - "emerge un quadro positivo, osserviamo un incremento dei servizi erogati a beneficio della comunità" - all'interrogazione presentata dall'on. Fabio Porta del Pd (che abbiamo pubblicato qui a fianco) ci ha detto chiaramente che il suo Governo non ha nessuna intenzione di rimediare ai malfunzionamenti e soprattutto alle malefatte che si stanno compiendo ormai da quattro anni all'Ambasciata, cancelleria consolare, di Montevideo gestite dalla famigerata coppia Giovanni Iannuzzi, ambasciatore pro tempore, e Aldo Lamorte che tira le fila del Comites locale e che fa parte del Cgie dove è stato nominato addirittura segretario della Commissione Informazione e Comunicazione senza che nessuno alzasse un dito per sottolinearne l'incongruenza (a parte 'Gente d'Italia'). Soltanto per l'on. Silli non esistono le 500.000 cittadinanze in attesa, messe in evidenza oltre che da noi, anche nelle pagine de 'El Pais', primo quotidiano dell'Uruguay. Per l'on. Silli non conta quello che è successo in questi ultimi quattro anni a Montevideo: dall'omicidio nell'Ambasciata di Luca Ventre, al proliferarsi di avvoltoi che approfittano di quello che non viene fatto per truffare, a pagamento, i connazionali, allo sperpero di denaro pubblico per la costruzione di un'inutile cancellera consolare come anche per fare pubblicità a ciò che più conviene al capo manipolo che sta (ancora per poco) in José Benito Lamas. Iannuzzi pensa di far dimenticare le proprie malefatte con le biciclette e gli spaghetti, mentre la gente non riesce a prendere un appuntamento per le proprie necessità, ma Silli vuole convincerci che tutto va bene. All'Ambasciata è stata fatta passare in second'ordine la frode che ha organizzato l'architetto Lamorte, scoperto dal nostro collega Matteo Forciniti a votare con la schede che non gli apparteneva (magari ce n'erano delle altre...). Perchè Iannuzzi e Lamorte sono in combutta (e ci mettiamo pure il capo del Maie, Ricardo Merlo, il burattinaio?) e in coppia un'altra volta, hanno detto e soprattutto scritto menzogne per fare in modo che a 'Gente d'Italia' venisse sospeso il contributo governativo all'editoria. Ma tutto questo per l'on. Silli non esiste, per lui va tutto bene anzi, ancora meglio di prima. E quale fosse la strada intrapresa ce l'aveva fatto capire già lo scorso luglio, rigettando un'altra interrogazione parlamentare, sempre dell'on. Porta, che riguardava proprio il sostegno pubblico all'editoria italiana all'estero e in particolare il caso di 'Gente d'Italia'. Ma allora a cosa servono le interrogazioni se tutto ciò che viene presentato dagli interroganti viene respinto dal Governo (non solo Montevideo, non si contano i casi succeduti in questi mesi)? Cancelliamole per favore, che i nostri governanti abbiano, almeno per una volta, il coraggio di dire apertamente che è stata instaurata una nuova censura e per favore chiudiamo l'Ambasciata/Ufficio consolare di Montevideo che serve solo per sprecare denaro pubblico visto che c'è chi prende anche 20.000 euro al mese (l'ambasciatore pro-tempore) senza contare gli altri stipendi. Aboliamo la repubblica delle banane che è stata creata sotto la bandiera italiana in Uruguay, cancelliamo tutto compreso l'Istituto di Cultura Italiano di Montevideo (quanto ci costa?) che grazie a Iannuzzi, Lamorte, con la supervisione del Maeci, ha cambiato la propria funzione: ma quale lingua, cultura italiana adesso si organizzano feste per figli ad personam, (come si vede nelle foto...) come si fa al circolo del quartiere (allora nemmeno più libri alle scuole dei ricchi?). Siamo di fronte a uno scandalo di enormi proporzioni che il Governo vuole far passare sotto silenzio per proteggere i propri (e di Iannuzzi) interessi e che colpisce non soltanto per il 44% della popolazione uruguaiana che ha origini italiane, ma anche tutti gli italiani, in Italia e all'estero: oggi è Montevideo, domani a chi tocca? A proposito, la festa di sabato all'Istituto di cultura, ecco cosa ci scrivono (lo riportiamo qui a fianco).......