Il Consiglio Europeo ha deciso di aprire i negoziati di adesione con l'Ucraina. Lo ha detto il Presidente Charles Michel su X-Twitter. Alla decisione del Consiglio europeo sull'apertura dei negoziati per l'accesso dell'Ucraina "nessuno ha obiettato". Lo hanno segnalato fonti europee: "E' una decisione presa dal Consiglio europeo che non è stata bloccata da alcuno Stato".
Il Consiglio Europeo ha pubblicato le conclusioni sull'Ucraina e sull'allargamento. I negoziati sugli altri punti in agenda invece proseguono. Per quanto riguarda Kiev e Chisinau, la formulazione adottata è la seguente: "Il Consiglio Europeo decide di avviare i negoziati di adesione con l'Ucraina e la Repubblica di Moldova. Il Consiglio Europeo invita il Consiglio ad adottare i rispettivi quadri negoziali una volta adottate le misure pertinenti indicate nelle rispettive raccomandazioni della Commissione dell'8 novembre 2023".
"Questa è una vittoria per l'Ucraina. Una vittoria per tutta l'Europa. Una vittoria che motiva, ispira e rafforza". Lo scrive su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky commentando la decisione del Consiglio Europeo di aprire i negoziati di adesione con l'Ucraina, annunciata da Charles Michel.
"I leader hanno deciso di avviare i negoziati di adesione con l'Ucraina e la Moldavia e di concedere lo status di candidato alla Georgia. Una decisione strategica e un giorno che rimarrà impresso nella storia della nostra Unione. Orgogliosi di aver mantenuto le nostre promesse e felici per i nostri partner". Lo ha scritto su X la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.
Il Consiglio Europeo ha deciso anche di aprire i negoziati anche con la Moldavia e di concedere lo status di Paese candidato alla Georgia. Lo scrive il presidente Charles Michel su X. "L'Ue aprirà i negoziati con la Bosnia-Erzegovina una volta raggiunto il necessario grado di conformità ai criteri di adesione e ha invitato la Commissione a riferire entro marzo in vista di tale decisione".
"Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, esprime grande soddisfazione per i concreti passi avanti nel processo di allargamento raggiunti al Consiglio europeo per Ucraina, Moldova, Georgia e Bosnia Erzegovina. Si tratta di un risultato di rilevante valore per l'Unione Europea e per l'Italia, giunto in esito ad un negoziato complesso in cui la nostra Nazione ha giocato un ruolo di primo piano nel sostenere attivamente sia Paesi del Trio orientale sia la Bosnia Erzegovina e i Paesi dei Balcani occidentali". Lo rende noto Palazzo Chigi.
"L'adesione dell'Ucraina all'Ue è una decisione sbagliata. L'Ungheria non vuole far parte di questa decisione sbagliata!". Lo dice su Facebook il premier ungherese, Viktor Orban, dopo la decisione dei leader Ue. "La posizione dell'Ungheria è chiara: avviare i negoziati con l'Ucraina in queste circostanze è una decisione del tutto insensata, irrazionale e sbagliata, e l'Ungheria non cambierà la sua posizione", afferma. "D'altra parte altri 26 paesi hanno insistito affinché questa decisione fosse presa. Per questo l'Ungheria ha deciso che se i 26 decideranno di farlo, dovranno andare per la loro strada", chiarisce Orban.
Un lunghissimo incontro notturno nel bar di uno storico albergo di Bruxelles. La premier Giorgia Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron sono tornati a vedersi a Bruxelles in un bilaterale alla vigilia di un Consiglio europeo cruciale sui temi dell'allargamento all'Ucraina e dei bilancio europeo, con sullo sfondo il grande nodo del Patto di stabilità. Presente anche il cancelliere Scholz.
Il vertice Ue è iniziato dal dossier del bilancio comune e non, come previsto inizialmente, dall'Ucraina. A volere il cambio dell'ordine del giorno è stato Charles Michel, che sul tavolo ha presentato una proposta di compromesso tra la revisione presentata dalla Commissione e la posizione dei frugali, contrari all'immissione di nuovi fondi se non per l'Ucraina. Nella proposta di Michel le nuove risorse, a quanto si apprende, sono pari a 1/3 dei 66 miliardi proposti dalla Commissione con in un più la previsione di redistribuire i fondi già in bilancio. Tra le priorità l'Ucraina resta in cima alla lista e c'è anche la migrazione.
"L'allargamento non è una questione teorica, è un processo basato sul merito, giuridicamente dettagliato, che ha delle pre condizioni, ce ne sono sette per l'Ucraina e anche nella valutazione della Commissione europea tre su sette non sono state raggiunte, per cui non c'è motivo per negoziarla", ha detto Viktor Orban arrivando al vertice dei leader europei. "I soldi per l'Ucraina sono già nel bilancio. Se vogliamo dare più soldi e su un arco di tempo più lungo, bisogna farlo fuori dal bilancio".
"Oggi vi chiedo una cosa: non tradite i cittadini e la loro fiducia nell'Europa. Se nessuno crede nell'Europa, cosa terrà in vita l'Unione Europea? I cittadini europei non vedranno alcun beneficio se Mosca riceverà un lasciapassare da Bruxelles sotto forma di negatività nei confronti dell'Ucraina. Putin la userà sicuramente contro di noi e contro tutta l'Europa", ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, parlando in videocollegamento al vertice Ue.
Meloni incontra Orban. Il premier ungherese vede anche Macron e Scholz
La presidente del Consiglio ha in mattinata incontrato il primo ministro dell'Ungheria, Viktor Orban, per uno scambio di vedute sui principali temi all'ordine del giorno del Consiglio europeo - ha reso noto Palazzo Chigi - prima dell'inizio dei lavori. Gli incontri che Giorgia Meloni ha avuto in queste ultime ore riflettono un "metodo che conferma quanto sottolineato dallo stesso presidente Meloni in occasione delle comunicazioni in Parlamento quando ha affermato che fare politica estera vuol dire parlare con tutti". E' quanto spiegano fonti di Palazzo Chigi ricordando gli incontri che Meloni ha avuto con la presidente della Macedonia del Nord Vjosa Osmani nella serata di ieri, con Emmanuel Macron e Olaf Scholz nella notte e quindi questa mattina con Viktor Orban. Anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il presidente francese Emmanuel Macron e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen hanno visto Orban. "Si tratta di parlare tra di noi e questo non include dare dei resoconti delle colazioni": con una battuta Scholz ha declinato commenti sull'esito dell'incontro ribadendo il "sostegno" della Germania alla proposta della Commissione sull'allargamento. "Per quanto riguarda l'Ucraina, cercheremo attivamente di raggiungere una buona intesa europea", ha spiegato il cancelliere.
Fonti, al tavolo leader Ue 1 miliardo in più sulla migrazione. No dei 'frugali'
I fondi dedicati alla migrazione e alla dimensione esterna nel quadro della revisione del bilancio comunitario sono passati da 8,6 miliardi (ovvero la proposta originale della presidenza) a 9,6 miliardi. Lo riportano fonti qualificate. I leader stanno negoziando ora su una base di 22,5 miliardi di "soldi freschi" per coprire tutte le priorità indicate dalla Commissione, che in principio aveva chiesto 65,8 miliardi in nuove risorse, sulla base di un'offerta di mediazione della presidenza. Il miliardo in più per la migrazione verrebbe però dai ricollocamenti provenienti da altre voci di bilancio. Nessuna risorsa fresca su migrazione e competitività ma solo sull'Ucraina: il fronte dei frugali - una decina di capitali guidati da quelle del Nord - a quanto si apprende da fonti europee ha ribadito la sua posizione nel corso del summit dei 27, al quale il presidente Charles Michel ha presentato la sua proposta di mediazione sul bilancio comune europeo: 22,5 miliardi di risorse nuove, dei quali 17 per l'Ucraina. Per i frugali solo i 17 miliardi in sovvenzioni per Kiev sono accettabile, mentre sugli altri capitoli permane lo stop a qualsiasi iniezione di nuovi fondi comuni. Il negoziato con viene descritto "come difficile".
I 27 leader Ue hanno iniziato - a quanto si apprende - il dibattito sull'allargamento. La Commissione ha raccomandato l'apertura dei negoziati di adesione con Ucraina, Moldavia e Bosnia-Erzegovina, nonché il riconoscimento dello status di Paese candidato alla Georgia.