ROMA - L’Italia è ufficialmente il 22° Stato membro della “Convenzione di Vienna”, il trattato internazionale sul controllo e la marchiatura degli oggetti in metalli preziosi del 1972 che ha l’obiettivo di facilitare il commercio internazionale dei manufatti in platino, oro, palladio e argento, garantendo un’adeguata tutela del consumatore e un’opportunità per le imprese del settore.
Ne dà notizia il Ministero delle imprese e del Made in Italy, spiegando che la Convezione, divenuta effettiva per l’Italia lo scorso 15 dicembre, prevede l'introduzione di un marchio comune di controllo sugli oggetti in metalli preziosi, permettendo alle merci contrassegnate di circolare all’interno dei territori degli Stati membri eliminando ulteriori controlli.
Ne fanno parte, oltre all’Italia, Austria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Ungheria, Irlanda, Israele, Lettonia, Lituania, Olanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Svezia e Svizzera.
Tale marchiatura, riconosciuta come simbolo di qualità e di conformità agli standard tecnici della Convenzione, per lo Stato italiano viene effettuata dagli uffici del saggio metalli preziosi istituiti presso i laboratori di analisi abilitati delle Camere di Commercio di Alessandria-Asti, Arezzo-Siena e Vicenza.
Per le imprese italiane del settore orafo-argentiero – sottolinea il Mimit – l’adesione alla Convenzione sui metalli preziosi rappresenta un’opportunità di sostegno in quanto, potendo scegliere di sottoporre i propri prodotti al marchio comune di controllo, possono beneficiare di una riduzione di tempi ed oneri all’export (circa l’85% del loro fatturato) con un ulteriore impulso alla crescita.