Si è riunita giovedì 21 dicembre 2023 la Giunta esecutiva della Fnsi con la Consulta dei presidenti e segretari delle Associazioni regionali di Stampa per organizzare la mobilitazione, che dovrà arrivare allo sciopero generale, contro l'emendamento Costa, norma che si prefigge di censurare la stampa e limitare il diritto dei cittadini a conoscere le notizie.

Giovedì 28 dicembre la Federazione nazionale della Stampa, come annunciato, non parteciperà alla conferenza stampa di fine anno della premier, espressione di una maggioranza che vuole stringere il bavaglio intorno all'informazione.

Quel giorno, invece, la Fnsi promuoverà una protesta simbolica che coinvolgerà i presidenti e i segretari delle Associazioni regionali, i cronisti e giornalisti tutti. A seguire, il 3 gennaio prossimo sarà convocata la Conferenza dei Comitati di redazione per stabilire la scansione temporale delle azioni che dovranno portare allo sciopero generale, uno sciopero contro la censura di Stato e per rivendicare l'identità e la dignità della nostra professione.

La protesta di Fnsi e Associazioni regionali di Stampa proseguirà fino allo sciopero generale con l'organizzazione di presidi davanti alle prefetture italiane. In queste azioni sarà importante essere affiancati dalla società civile e dalle organizzazioni che si battono per la carta costituzionale e la democrazia.

LE PRIME REAZIONI

Ungp: «Un dovere mobilitarsi insieme ai colleghi attivi di tutta Italia»
L'Unione nazionale giornalisti pensionati aderisce a tutte le iniziative di protesta che la Federazione della Stampa ha deciso di promuovere per protestare contro la proposta di legge che riduce fortemente la libertà di fornire ai cittadini notizie sulla custodia cautelare, cioè sugli arresti. Un provvedimento che, se approvato dal Senato, si configura come una vera e propria censura preventiva.
I giornalisti pensionati non possono certo scioperare ma sentono di doversi mobilitare insieme ai colleghi attivi di tutta Italia. Il 28 dicembre parteciperemo alla iniziativa simbolica e, nei giorni successivi, ai flash mob davanti alle prefetture. Il 3 gennaio saremo presenti alla conferenza dei Cdr e fiduciari in difesa del diritto di cronaca rivendicato dai professionisti dell'informazione.
Paolo Serventi Longhi, presidente Ungp

Odg Lazio: «Ci uniamo all'appello contro provvedimenti liberticidi»
Il Consiglio dell'Ordine dei giornalisti del Lazio esprime la propria preoccupazione sul più recente e grave attacco che si vuole portare a segno contro l'informazione, ovvero divieto di pubblicazione che rappresenta di fatto un modo per secretare le ordinanze di custodia cautelare e i contenuti, fino alla fine dell'udienza preliminare. Un atto di una pericolosità inaudita, perché impedisce concretamente ai cittadini di essere informati e poiché impedisce ai giornalisti di svolgere il proprio lavoro.
È inquietante la deriva autoritaria che certa politica sta cercando di attuare: un bavaglio preventivo che viene imposto all'informazione ancor prima che si possano mettere nero su bianco le notizie, evitando così che i cittadini possano formare un proprio pensiero e che mina i diritti delle persone più indifese che si vedono private delle loro libertà.
Un tentativo peraltro non nuovo, ma che ha purtroppo già dei precedenti negli anni recenti che hanno visto protagonisti poteri forti e la politica meno nobile del nostro Paese senza distinzione alcuna nell'intero arco parlamentare.
Oggi come allora gli organismi di rappresentanza dei giornalisti, con la società civile tutta, vuole manifestare il proprio dissenso contro il decreto Cartabia che condiziona l'indipendenza dell'informazione e la riforma del reato di diffamazione, in discussione in Parlamento.
L'Ordine dei giornalisti del Lazio aderisce all'appello lanciato da Cnog e Federazione nazionale della stampa, a cui hanno aderito diverse sigle, rivolto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella affinché non firmi questo provvedimento liberticida.

GiULiA Giornaliste: «No alla legge bavaglio»
GiULiA (Giornaliste Unite Libere Autonome) aderisce alla mobilitazione del 28 dicembre indetta dalla Fnsi contro il divieto di pubblicare le ordinanze di custodia cautelare approvato dalla Camera martedì 19 dicembre 2023, il cosiddetto emendamento Costa. Un provvedimento gravissimo che mina la libertà di stampa e il diritto dei cittadini ad essere informati. GiULiA sarà in piazza per difendere l'articolo 21 della Costituzione.