ROMA - A novembre 2023 l’Istat stima, per l’interscambio commerciale con i paesi extra Ue27, una riduzione congiunturale di analoga entità per le esportazioni (-3,0%) e le importazioni (-3,1%). La flessione su base mensile dell’export, continua l'Istat, riguarda tutti i raggruppamenti principali di industrie, a eccezione di beni di consumo durevoli (+2,6%), ed è dovuta soprattutto alle minori vendite di energia (-31,0%), beni intermedi (-3,4%) e beni di consumo non durevoli (-2,5%). Anche dal lato dell’import, a esclusione di beni strumentali (+1,7%), si rilevano diminuzioni congiunturali per tutti i raggruppamenti; le più ampie per energia (-7,5%) e beni di consumo durevoli (-4,5%).
Nel trimestre settembre-novembre 2023, rispetto al precedente, l’export registra una crescita modesta (+0,1%), sintesi di aumenti delle vendite di energia (+21,9%) e beni intermedi (+1,3%) e riduzioni di quelle di beni strumentali (-2,5%) e beni di consumo durevoli (-1,1%); stazionarie le esportazioni di beni di consumo non durevoli. Nello stesso periodo, l’import segna un aumento dell’1,0%, cui contribuiscono i soli maggiori acquisti di energia (+9,3%).
A novembre 2023, l’export flette su base annua del 3,7% (era +9,4% a ottobre). La flessione è dovuta alla contrazione delle vendite di energia (-16,4%), beni intermedi (-6.9%) e beni strumentali (-4,9%), mentre crescono le esportazioni di beni di consumo durevoli (+4,3%) e non durevoli (+0,5%). L’import registra una flessione tendenziale del 20,8%, generalizzata e più ampia per energia (-38,0%) e beni intermedi (-16,3%).
Sempre secondo i dati raccolti dall’Istat a novembre 2023, il saldo commerciale con i paesi extra Ue27 è positivo e pari a +6.224 milioni (+1.841 milioni a novembre 2022). Il deficit energetico (-5.187 milioni) è inferiore rispetto a un anno prima (-8.713 milioni) e l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici aumenta da 10.555 milioni di novembre 2022 a 11.410 milioni di novembre 2023.
L’Istat rileva inoltre ampie riduzioni su base annua delle esportazioni verso Svizzera (-23,7%), Regno Unito (-21,4%) e Giappone (-16,8%). Aumentano le vendite verso paesi Mercosur (+8,5%), Turchia (+7,4%), paesi Opec e Cina (per entrambi +5,6%) e Stati Uniti (+4,9%).
Tranne che da Regno Unito (+9,7%) e Turchia (+1,4%), le importazioni da tutti i principali paesi partner extra Ue27 sono in calo su base annua. Gli acquisti dalla Russia registrano la flessione tendenziale più ampia(-91,8%); marcate anche le riduzioni degli acquisti da paesi Opec (-36,1%), paesi Mercosur (-35,4%) e paesi Asean (-28,8%).