Gente d'Italia

Il tramonto del Napoli

di MIMMO CARRATELLI

Il Napoli non c’è più. Impallidisce la conquista del quarto posto per la prossima Champions. Sul Maradona cala il gelo dello 0-0 col Monza. Ed è andata bene perché il Monza ha fallito un calcio di rigore, battuto male da Pessina e parato da Meret.
Non c’è Osimhen, non c’è Politano squalificati. Ma non c’è comunque il Napoli. La formazione di Mazzarri non convince: comincia senza un vero centravanti (Simeone in panchina sino all’85’) e non si capisce il ruolo di Zerbin esterno destro.

Raspadori da numero nove non entra mai in partita, unico squillo il passaggio a Kvaratskhelia (55’) col georgiano che fallisce il gol. Kvara è l’azzurro che batte più tiri verso la porta (cinque conclusioni, ma solo due nello specchio, neanche irresistibili, a parte l’occasione del 55’).

Non c’è più gioco sugli esterni. A destra Di Lorenzo gioca in libertà, ma mai una sovrapposizione con Zerbin, inadatto allo scambio. A sinistra, si fa valere Mario Rui, ma Kvaratskhelia (il più combattivo degli azzurri) continua a giocare addosso al difensore, a dribblarlo senza riuscirci, mai dettando la profondità.

Napoli nullo sulle fasce, la sua arma antica per sfondare. E al centro, il Napoli è nullo senza uno sfondatore. Il Monza marca a uomo per ridurre la creatività dei centrocampisti di Mazzarri: Carboni su Lobotka, Akpa Akpro su Zielinski, Pessina su Anguissa. La manovra azzurra è sempre lenta, incerta, con nessuna idea di gioco.

Palladino fiuta il colpaccio e inserisce Colpani (57’), il gioiellino bresciano con sei gol all’attivo, che rende pericoloso il Monza con un paio di spunti e con la conclusione che determina il rigore (68’ braccio di Mario Rui).

La squadra lombarda, reduce da due sconfitte, sa quello che vuole, congela il gioco, guizza in attacco soprattutto a destra con Pedro Pereira e Carboni, gestisce il pareggio, fa melina nella sua metà campo contro un Napoli poco aggressivo e prova saltuariamente a vincere.

La mancanza del pressing alto degli azzurri favorisce la gestione della partita da parte del Monza. Nel Napoli funziona tutto male. I cross in area monzese sono inutili perché non c’è Osimhen.

Il primo tempo è tutto un languore. Il Napoli attacca senza convinzione. Raspadori fuori partita, Kvaratskhelia combattivo ma sempre raddoppiato e testardo nel voler forzare il dribbling. Il passo del Napoli è lento, la manovra macchinosa, il Monza può controllarla senza dannarsi.

Il primo tiro in porta del Napoli è di Anguissa al 40’, battuta al volo ravvicinata sul portiere. Due conclusioni di Kvaratskhelia sono fuori bersaglio. Si aspetta nella ripresa l’impiego di Simeone, ma Mazzarri rimane sulle sue.

E Palladino inserisce Colpani per il colpaccio. Dopo il rigore parato da Meret, il Napoli ha due grosse occasioni per vincere, ma Zerbin conclude alto (70’) e Gaetano batte sul portiere (92’). Non riesce lo scippo azzurro.

Con le sostituzioni (71’ Lindstrom per Zielinski e Gaetano per Zerbin, 85’ Simeone per Lobotka) il finale del Napoli è solo confusione con la squadra tutta sbilanciata in avanti e per due volte Colpani spreca il contropiede.

È confuso anche Mazzarri. Nervosismo nel finale con l’espulsione dei due allenatori, Mazzarri all’82’ e Palladino all’83’. In campo si moltiplicano i falli e le ammonizioni. Tutto fa il gioco del Monza, mentre il Napoli pur attaccando (male) diventa evanescente, impotente, senza un minimo di brio.

L’attacco è sempre lo stesso: palla a Kvaratskhelia con la speranza che sfondi, ma il gioco troppo individualista del georgiano che vaga per tutto il campo, ma cerca sempre il duello personale, frutta zero.

Dettaglio: Meret esce al 73’ per infrtunio muscolare, entrava Contini. Non sarà il mercato di gennaio a risolvere i problemi del Napoli. La squadra è diventata irriconoscibile. Gioca mollemente. Ha smarrito tutti i vecchi schemi. Non pressa più per conquistare il pallone nella metà campo avversaria ed è sempre in allarme quando deve indietreggiare a difendere.

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