di ENRICO PIRONDINI
Elly al bivio di fine anno. Due segnali da cogliere e risolvere. Primo: il Pd non vola nei sondaggi mentre il “gradimento del governo è ancora alto” (Lorenzo Castellani, politologo).
Secondo: la segretaria sprofonda sui social. Bruciate in sei mesi 1,5 milioni di interazioni (dati elaborati da Arcadia sotto Natale).
Micidiali gli avversari interni:”Se non l’abbiamo vista arrivare quando ha vinto le primarie, di questo passo non la vedremo nemmeno andar via”.
E mentre tutto ciò accade, Elly Schlein svicola dal confronto politico. La fuga da Atreju, dicono in molti, è l’esempio perfetto della parabola di una segretaria che non sa andare oltre l’antifascismo. Alla kermesse meloniana, è stato detto anche questo, Elly ha preferito la mostra su Enrico Berlinguer e “il forum con Prodi special guest” (Copyright Andrea Indini). Esagerazioni?
IL CAMPO LARGO CHE NON C’È
Il sogno non si avvera. L’alleanza resta lontana. A sinistra i 5Stelle rubano spazio e visibilità alla segretaria dem.
Risultato: il Centrosinistra non è unito e “l’episodio del Mes – dice Castellani- è la sintesi perfetta di queste difficoltà. Il Movimento 5 Stelle ha votato no alla ratifica del trattato insieme alla Lega e a Fratelli d’Italia, separandosi dal Pd che invece vedeva nel Mes un elemento fondamentale degli impegni europei dell’Italia.
Morale: Conte è emerso come protagonista politico. Cioè oppositore della destra ma anche capace di rompere con la sinistra.
E così l’avvocato del popolo ( di quale popolo?) ha riacquista una centralità mediatica che da tempo non aveva e che mette in ombra l’italo-svizzera.
Le truppe grilline si distinguono dalla sinistra in quanto poco interessate all’antifascismo, al progressismo, alla accoglienza dei migranti e ai diritti civili.
Viceversa possono essere considerate di sinistra quando si occupano di ambientalismo, stato sociale, intransigenza giudiziaria e politica. Dunque in questo scenario il campo largo non può esistere. Infatti non c’è.
L’ANNO NERO DELLA SINISTRA
Un anno da dimenticare. Non solo per i risultati delle urne ma anche per la caduta degli idoli di bandiera.
L’elenco delle “disgrazie” è lungo: il Qatargate a Bruxelles, gli scandali Soumahoro e Casarini sui migranti, ma quest’ultimo è difeso anche dal Cardinal Zuppi (“Casarini è cambiato, ora fa cose per la vita”). Senza dimenticare il contrappasso sul patriarcato di Bonelli e compagnia.
Oltretutto a Natale è caduta la stella di Chiara Ferragni che comunque non brillava più da tempo nell’Olimpo del Pantheon rosso. A colmare la jella ci si è messo anche il regista Veltroni con la sua ultima, bistrattata pellicola “Quando”: un uomo in coma dal 1984 che si sveglia nel 2015 cercando di recuperare il tempo perduto. Non è piaciuto, stroncato dalla critica come una “Barbie“ qualsiasi. Più che alle Europee è forse meglio andare a Lourdes.