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Iran, l’Isis avrebbe rivendicato le esplosioni di Kerman che hanno provato 84 morti

Iran (Depositphotos)

L'Isis avrebbe rivendicato la responsabilità delle due esplosioni di ieri a Kerman, in Iran, che hanno provocato la morte di 84 persone e il ferimento di altre 284.

Lo riporta su X 'Mizan', il sito della Magistratura iraniana, citando "alcuni rapporti sui media".

Errore nel conteggio: 84 morti non 100

Sono 84 le persone che hanno perso la vita, e almeno 284 i feriti, dopo le due esplosioni ieri a Kerman, in Iran, durante le commemorazioni dell'ex comandante delle forze Qods delle Guardie della rivoluzione, Qassem Soleimani, nel quarto anniversario dell'uccisione del leader pasdaran da parte degli Usa.

Lo ha annunciato il ministero dell'Interno corregendo i numeri forniti ieri e citando i dati forniti dalla dipartimento di medicina legale, come riporta su X 'Mizan', il sito di notizie della magistratura iraniana.

Il bilancio di 103 morti che era stato fornito ieri era già stato corretto dal ministero della Sanità, secondo cui il nome di alcune delle vittime era stato registrato erroneamente due volte.
Le autorità locali avevano parlato già ieri di "terrorismo" mentre le esplosioni non sono ancora state rivendicate da nessun gruppo. La Guida suprema dell'Iran, Ali Khamenei, ha promesso che i responsabili delle esplosioni di Kerman riceveranno una "dura risposta" mentre la Repubblica islamica ha annunciato per oggi una giornata di lutto nazionale per commemorare le vittime.

 

A respingere qualsiasi sospetto su un'eventuale mano di Israele nella strage di oggi, sono intervenuti subito gli americani: "Non ci sono informazioni indipendenti su quanto accaduto in Iran, è troppo presto per fare valutazioni ma non abbiamo alcun motivo di pensare che Israele sia coinvolto", ha detto il portavoce del dipartimento di stato Usa, Matthew Miller, escludendo anche qualsiasi coinvolgimento degli Usa nell'episodio.

Ma l'alto consigliere del presidente iraniano, Mohammad Jamshidi, ha incolpato Israele e gli Stati Uniti delle due esplosioni. "Washington dice che Stati Uniti e Israele non hanno avuto alcun ruolo nell'attacco terroristico a Kerman, in Iran. Davvero? Una volpe annusa prima la propria tana", ha scritto Mohammad Jamshidi su X. "Non commettete errori. La responsabilità di questo crimine è dei regimi statunitense e sionista e il terrorismo è solo uno strumento".

Gli "odiosi criminali" dietro al duplice attentato di Kerman avranno una "risposta severa" e la "giusta punizione", ha detto la Guida suprema iraniana, Ali Khamenei, accusando genericamente quelli che ha definito "i nemici diabolici della nazione iraniana".

Il presidente Ebrahim Raisi - che ha cancellato la prevista visita in Turchia - ha affermato che i colpevoli saranno "presto identificati e puniti" e che "i nemici della nazione devono sapere che queste azioni non potranno mai spezzare la solida determinazione della nazione iraniana". La risposta iraniana sarà "forte e distruttiva e nel più breve tempo possibile", ha avvertito il ministro dell'Interno, Ahmad Vahidi, sottolineando comunque che le indagini sono ancora in corso per identificare i colpevoli. Il ministro ha fatto sapere che la maggior parte delle vittime sono morte nella seconda esplosione, quando le persone sono accorse per soccorrere i feriti nella prima.

Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, ha "condannato con forza" l'attacco. Anche la Ue ha stigmatizzato "con la massima fermezza" questo "atto di terrore" e ha espresso la propria "solidarietà al popolo iraniano". Durissima, anche se più scontata vista la vicinanza all'Iran, anche la reazione del presidente russo Vladimir Putin, secondo il quale "le uccisioni di civili mentre visitano un cimitero sono scioccanti per crudeltà e cinismo". "Condanniamo con forza il terrorismo in ogni sua forma e manifestazione e riaffermiamo il nostro impegno a combattere senza compromessi questo male", ha aggiunto Putin.
Da parte sua il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si è detto "profondamente rattristato per l'atroce attacco terroristico".

La figura di Soleimani, nel frattempo, è stata commemorata anche in Iraq da migliaia di persone che si sono radunate nella città santa sciita di Najaf. Mentre una cerimonia solenne si è svolta all'aeroporto di Baghdad alla presenza del primo ministro, Muhammad Sudani, che ha ricevuto i familiari delle dieci vittime dell'attacco americano: oltre a Soleimani, altri quattro ufficiali dei Pasdaran e i leader di milizie irachene sostenute dall'Iran. Anche il leader dell'Hezbollah libanese, Hasan Nasrallah, in un discorso a Beirut ha reso omaggio al capo delle Forza Qods ucciso dagli americani, affermando in un discorso che "i successi di Hamas dalla Striscia di Gaza sono dovuti al lavoro compiuto per anni da Qasem Soleimani".

Iraq, leader fazione filo-iraniana ucciso in attacco Usa

Un ufficiale militare e un altro membro dell'Hashd al-Shaabi, che raggruppa fazioni armate vicine all'Iran, sono stati uccisi a Baghdad in un "attacco di droni" attribuito agli Stati Uniti, ha annunciato questa organizzazione irachena.
"Il vice comandante delle operazioni per Baghdad, Mushtaq Talib al-Saidi, "è caduto come martire in un attacco americano", ha dichiarato il movimento al-Nujaba, una di queste fazioni filo-iraniane e ferocemente anti-americane, in un comunicato.
L'attacco, ha dichiarato un funzionario della sicurezza, ha ucciso "due membri (di Hashd al-Shaabi) e ne ha feriti altri sette". Gli Usa non hanno commentato.

 

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