L'indagine sugli appalti dell'Anas e ora il caso Pozzolo.
Nei giorni che precedono la conferenza stampa della presidente del consiglio Giorgia Meloni, prevista per il 4 gennaio, la cronaca occupa gli spazi della politica. La premier sarà chiamata a commentare l'inchiesta che coinvolge Denis Verdini e il figlio Tommaso, col filo che lega quelle vicende al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.
E dovrà dire la sua sul Capodanno di Biella, con lo sparo partito dalla pistola di un deputato di FdI, Emanuele Pozzolo. Due fatti distinti, che vengono mischiati solo da chi vuol gonfiare la polemica, viene spiegato da parlamentari vicini a Meloni: in ogni caso - è la linea - il governo non è coinvolto né nella prima né nella seconda vicenda. Su quanto avvenuto alla festa di Capodanno a Biella, ancora c'è da chiarire più di un aspetto, ma è indubbio la premier sia irritata non poco. Anche perché la notizia ha fatto il giro del mondo, rilanciata da agenzie e testate internazionali, con ricadute sull'immagine del partito.
FdI sta studiando i provvedimenti da prendere su Pozzolo, come una sospensione. Sia come sia, quantomeno una "leggerezza pericolosa" c'è stata. Mentre nulla viene eccepito sul sottosegretario Andrea Delmastro, presente alla serata. Le opposizioni sono all'attacco, tutte: da Verdi-Sinistra a Iv, passando per Pd, M5s, Azione, Più Europa: "la Presidente del Consiglio non può continuare a tacere, non può voltarsi dall'altra parte". L'ultimo dossier arrivato sul tavolo del governo è quello dei rilievi del presidente della Repubblica Sergio Mattarella alle norme sugli ambulanti contenute nel Ddl concorrenza. La premier, reduce da un'influenza e da un problema con gli otoliti, sta limando il suo intervento, col bilancio del 2023 e le sfide per il 2024. E intanto, con lo staff, si prepara alle domande dei cronisti. Viene descritta come "determinata, serena, pronta a rispondere a tutto". Sull'indagine Anas, la linea è quella definita da giorni: l'inchiesta non coinvolge Salvini - è la posizione - ed è iniziata ben prima dell'insediamento dell'attuale governo. Il ministro e vicepremier è tirato in ballo dalle opposizioni in quanto titolare delle Infrastrutture, ma anche per i legami con la famiglia Verdini, visto che è fidanzato con Francesca, figlia di Denis e sorella di Tommaso. Per questo Pd, M5s e VErdi-Si chiedono che faccia chiarezza con un'informativa in Parlamento.
Anche per la vicenda di Biella, in zona Chigi la linea è: il governo non è tirato in ballo. E c'è ancora da capire il livello di responsabilità di Pozzolo, ora indagato: in quali circostanze è partito il colpo, perché aveva la pistola con sé. Il partito prenderà provvedimenti, la portata dipenderà anche da quegli aspetti. Ma è un fatto di cronaca - è il ragionamento - che non ha una rilevanza politica. In mattinata sono poi arrivati i rilievi del presidente Mattarella sul "periodo estremamente lungo" previsto nella "ennesima proroga delle concessioni" per il commercio ambulante, che determina un contrasto fra le norme italiane ed europee in tema di concorrenza. La spiegazione del governo - ha detto il capodelegazione FdI a Bruxelles, Carlo Fidanza - è che il provvedimento mira a "sanare una disparità di trattamento tra operatori che, a seguito di una norma del 2020, avevano ottenuto un rinnovo di 12 anni e molti altri che invece non ne avevano potuto usufruire per inerzia dei Comuni interessati". Non c'è da aspettarsi grandi novità sulla questione Mes. Meloni non ha avuto occasione di commentare la bocciatura del Parlamento, ma la posizione contraria di FdI è stata ribadita più volte e, col "No in Aula ha dato l'ennesima dimostrazione di coerenza", ha spiegato il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Tommaso Foti. La conferenza del 4 gennaio si sarebbe dovuta tenere, come consuetudine, a fine anno: era prevista per il 28 dicembre. Poi, la salute di Meloni ha determinato uno slittamento. Che non ha portato fortuna: il 28 pomeriggio è arrivata la notizia dei domiciliari a Verdini jr. Nei giorni successivi è successo tutto il resto.