Gente d'Italia

L’acquisto che non piace a De Laurentiis

di MIMMO CARRATELLI

Adagiatosi in uno stato di rilassatezza totale dopo l’addio di Spalletti e Giuntoli, come se la squadra campione d’Italia potesse continuare a vincere “da sola”, puntando addirittura alla Champions, De Laurentiis ha perduto il controllo del Napoli.
Dopo vent’anni, da principiante a navigato imprenditore di calcio, il presidente capace di centrare ogni anno il colpo fortunato nella scelta dell’allenatore e dei giocatori ha steccato.
Alcune circostanze lo hanno confuso: il vuoto della guida tecnica, nessun allenatore di provate capacità disponibile per la panchina azzurra dopo Spalletti, e la forza della squadra capace di vincere il campionato con 16 punti di vantaggio sulla seconda. De Laurentiis non ha calcolato che il crollo dei grandi club nell’anno dello scudetto azzurro (Inter 12 sconfitte, Juventus 10, Milan 8), vantaggio notevole per la vittoria del Napoli, non si sarebbe ripetuto, mentre il declino del Napoli campione d’Italia denunciava già nel girone di ritorno la necessità di un rafforzamento della “rosa”.
Nell’estate delle passeggiate gloriose a Dimaro e a Castel di Sangro, De Laurentiis si è mosso avventurosamente sul calciomercato. Contrariamente alla sua oculatezza negli investimenti, senza un autentica bussola per puntare al futuro, De Laurentiis ha elargito 60 milioni (incassandone 50 del passaggio di Kim al Bayern) senza rafforzare il Napoli con gli acquisti di Natan, Cajuste e Lindstrom.
De Laurentiis si sta muovendo nuovamente in modo avventuroso, stretto tra la necessità di puntellare la squadra che sta abdicando vergognosamente allo scudetto e l’esigenza di riprogrammare una “rosa” competitiva ai massimi livelli per la prossima stagione e oltre.
La disponibilità di contante per l’eccellente “salute” economica del Napoli, negata a molti club, potrebbe confondere De Laurentiis troppo preso dalla necessità di “muoversi” per dare il segnale di una società viva, presente e attiva, agitandosi sui movimenti invernali sino a promettere tre acquisti, difficilmente di grande livello al calciomercato di gennaio.
Gli acquisti dovrebbero consentire al Napoli di puntare ancora al quarto posto, solo 5 punti lontano e con concorrenti non superiori alla squadra azzurra, per riacciuffare la prossima Champions, prestigio e soldi.
Sono in ballo altri 60 e più milioni inseguendo Dragusin, Samardzic, Soumaré, Barak, Fofana, Konè, Itakura, Lukic, Lenglet, Demiral, Nehuén Perez, Hojbjerg, Dier e altri (che confusione!).
Le trattative sembrano “a perdere” per la complessità dei contratti di De Laurentiis a vantaggio della maggiore rapidità di altri club più lesti a concludere (sfuma Dragusin). Il presidente è in fregola? Non deve strafare. Due difensori forti, subito. E, per il Napoli futuro, valuti le reali esigenze di una nuova squadra d’alta classifica e di dimensione europea. Comprare oggi giocatori “belli a vedersi”, come il talentuoso Samardzic, potrebbe rivelarsi sbagliato. Si tratta di giocatori buoni per la “piazza”, ma senza un positivo “incastro” nella squadra: non sono il trascinatore, il leader, l’uomo-squadra in grado di scuotere e rilanciare il Napoli addormentato di oggi e il Napoli nuovamente ambizioso di domani.
Chi contatta De Laurentiis per le necessità della squadra? Pare che parli con Benitez, Ancelotti, Sarri. Ma perché, perso Giuntoli, non avere a fianco in pianta stabile un esperto e navigato uomo di calcio?
È questo l’acquisto necessario e propositivo prima ancora di ingaggiare giocatori di nome e talenti in erba oggi che l’intuito e la fortuna di De Laurentiis sembrano appannati. Ma il presidente vuole fare da solo e non ingaggerà mai l’uomo di calcio che potrebbe aiutarlo.
Mentre il momento nero del Napoli richiederebbe una presenza presidenziale forte e coinvolgente, sanando le scontentezze della squadra, De Laurentiis è in Spagna. Bene le scuse per gli errori commessi. Ma è ancora un errore questa lontananza.

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