CAGLIARI – Svolta nell’inchiesta per corruzione a carico del presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, in queste ore a Roma e di fatto ufficialmente in campo come candidato alle regionali del 25 febbraio. Da quanto riporta l’Unione sarda, i militari della Guardia di finanza di Cagliari hanno eseguito questa mattina un sequestro cautelare di beni e immobili per un valore di circa 350.000 euro nei confronti del governatore uscente e di altri sei indagati. E, da quanto si apprende, perquisizioni sono ancora in corso a Villa Devoto, sede istituzionale della presidenza.
L’inchiesta si sviluppa su due filoni: il primo riguarda la compravendita di una proprietà di Solinas a Capoterra, nel Cagliaritano, il secondo la nomina di Roberto Raimondi alla direzione generale dell’autorità di gestione del programma Eni-Cbc Bacino del Mediterraneo. Il primo, è specificato dal quotidiano, riguarda la compravendita da parte dell’imprenditore Roberto Zedda di una proprietà di Solinas a Capoterra “e poi il successivo acquisto di una casa da parte del governatore a due passi dal Poetto di Cagliari. Zedda, secondo gli inquirenti, avrebbe ottenuto in cambio una fornitura di termo scanner e la prosecuzione della fornitura di software e hardware nell’ambito del project financing di Nuoro”. L’altro filone è relativo all’indagine su presunte pressioni per la nomina di Raimondi al vertice dell’Enpi, “legata alla promessa di una laurea ad honorem di un’università albanese”. Oltre a Solinas, sono indagati il consigliere regionale Nanni Lancioni, esponente del Psd’Az, l’imprenditore Zedda, il consulente del presidente della Regione, Christian Stevelli, il rettore dell’università di Tirana, Arben Gjata, e il direttore generale della E-Campus, Alfonso Lovito.