È scontro frontale tra il ministro dei Trasporti Matteo Salvini e il sindaco di Bologna Matteo Lepore.
Questa volta al centro dell’agone finisce la 'Città 30', misura che da martedì scorso, quando sono scattate multe e controlli, obbliga i bolognesi a viaggiare a 30 chilometri all’ora per le vie della città, con l'eccezione delle strade principali.
Per Salvini il limite di velocità - in vigore da sei mesi ma diventato cogente da pochi giorni e già bersaglio di tante proteste e polemiche - è da rivedere radicalmente. "Rischia di essere un danno per tutti, tutelerò i bolognesi" dice il leader della Lega poco dopo che il suo ministero dei Trasporti aveva fatto sapere che la scelta dei 30 km orari, condivisa da tante città italiane ed europee con l'obiettivo di aumentare la sicurezza, "non appare ragionevole perché i problemi per i cittadini (in particolare per i lavoratori) rischiano di essere superiori ai benefici per la sicurezza stradale, che resta comunque una delle priorità assolute per il ministro Salvini".
Per ovviare al problema il Mit si dice "pronto ad avviare un confronto immediato con l'amministrazione bolognese per verificare soluzioni alternative e prevenire forzature e fughe in avanti che poi rischiano di essere smentite anche dai giudici, come già successo a Milano a proposito dell'obbligo per i mezzi pesanti dei dispositivi per l'angolo cieco". E in un lungo post su Instagram, Salvini definisce quella del comune di Bologna una “scelta ideologica e insensata” da parte dell’amministrazione Lepore, che ha portato il caos. “Il sindaco ha dato una giustificazione straordinaria – chiosa il leader della Lega – e cioè che andando più piano i bolognesi potranno sentire il canto degli uccellini. Il canto degli uccellini? Lasciamo lavorare chi deve lavorare, dai”. Immediata la reazione di Lepore, per il quale il titolare del Mit è vittima, come tanti, delle “fake news” pubblicate in questi giorni, soprattutto sui social. False informazioni che Salvini “purtroppo” avrebbe concorso a sua volta a diffondere. “Purtroppo – fa notare Lepore - in questi giorni si è scatenata una battaglia social mediatica contro Città 30 e la città di Bologna. Le fake news sono tantissime, si è come sempre scatenato tutto il circo mediatico della destra – aggiunge -e questo, più che indebolire l’amministrazione, francamente sta facendo il male dei bolognesi”, spaventati dalle tante “informazioni sbagliate”. Tra queste, anche notizie riguardo a ritardi nelle consegne dei farmaci salvavita, rallentate dal traffico troppo congestionato. “Una balla clamorosa” e che tuttavia ha raggiunto anche Roma, dice Lepore. Anche perché nelle linee guida pubblicate sul suo sito dal Ministero per le infrastrutture è lo stesso Mit che invita città e comuni a introdurre le zone 30 per raggiungere l'obiettivo, fissato da Organizzazione mondiale della sanità e Nazioni Unite, di dimezzare i morti sulle strade. Un piano, approvato all'epoca del governo Draghi, come fa notare il viceministro di Salvini Galeazzo Bignami (bolognese e in prima linea nell'opposizione ai limiti di velocità) e non dal Governo Meloni. "Il problema nella guida del Comune è tutto qua - dice Bignami - continuano a pensare che al Governo nazionale ci siano loro". Il sindaco, pur difendendo la “scelta coraggiosa” di Città 30 sulla quale non intende fare passi indietro, è pronto a sedersi a un tavolo con il ministero dei Trasporti e valutare, caso per caso, eventuali attenuazioni della misura in alcune aree della città. Lepore, però, sposta il focus della discussione su un altro tema caldissimo, quello del trasporto pubblico. E dopo un confronto con i sindacati, è pronto a “chiedere una mano a Salvini” per ottenere “più risorse” per il settore messo in ginocchio dal Covid e dai mancati incassi nel periodo della pandemia.