Hamas rifiuta la proposta israeliana per un cessate il fuoco di due mesi in cambio del rilascio degli ostaggi.
Lo riferisce un alto funzionario egiziano, in condizioni di anonimato, all'Associated press. Secondo la fonte, Hamas ha rifiutato insistendo sul fatto che non saranno liberati altri ostaggi finché Israele non cesserà la sua offensiva e si ritirerà dalla Striscia. La proposta prevedeva inoltre la liberazione di detenuti palestinesi dalle carceri di Israele e l'autorizzazione per i leader di Hamas a Gaza di trasferirsi in altri Paesi.
Le forze israeliane di terra hanno intanto completato l'accerchiamento di Khan Yunis, la principale città nel settore meridionale della striscia di Gaza, ed hanno rafforzato la propria presenza al suo interno. Lo ha reso noto il portavoce militare. All'operazione, ha aggiunto, hanno partecipato unità di paracadutisti, della brigata Givati e mezzi blindati, assistiti da unità di commando. Quell'area - ha aggiunto il portavoce -è ritenuta una roccaforte della 'Brigata Khan Yunis' di Hamas. Nel corso delle operazioni, ha aggiunto il portavoce, ''abbiamo eliminato decine di terroristi e preso possesso di magazzini di armi''.
L'esercito israeliano ha chiesto ai residenti di 6 rioni ad ovest della città di Khan Yunis di evacuare verso "la zona umanitaria" di Moassi sul mare, "attraverso Al-Bahar Street". Lo ha fatto sapere il portavoce militare in arabo Avichai Adraee aggiungendo che l'invito è "per la sicurezza dei residenti". Khan Yunis, roccaforte di Hamas nel sud della Striscia, è da stamane completamente accerchiata dall'esercito.
''Abbiamo vissuto uno dei giorni più pesanti dall'inizio del conflitto'', ma non per questo ''Israele smetterà di combattere fino alla vittoria totale''. Lo ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu riferendosi all'esplosione che ha causato la morte di 21 soldati ad Almaazi, nel centro della Striscia di Gaza. ''Sono cosciente che la vita delle famiglie degli eroici soldati caduti - ha aggiunto - cambierà per sempre. Io provo dolore per queste perdite e abbraccio i parenti dei nostri militari''. Il premier ha confermato che sulla vicenda è stata aperta una indagine da parte dell'esercito.
Ventuno soldati sono rimasti uccisi la scorsa notte nei combattimenti in corso a Khan Yunis, a sud di Gaza, aveva reso noto il portavoce militare Daniel Hagari. Si è trattato dell'episodio più grave per l'esercito israeliano dall'inizio della guerra. A causare la morte dei 21 soldati israeliani è stato un razzo anticarro lanciato dai "terroristi" che ha fatto esplodere e crollare due edifici in cui si trovavano i soldati.
L'attacco è avvenuto nel campo profughi di Maghazi, nel centro della Striscia - non distante da confine - e non come sembrato in un primo momento a Khan Yunis. "Per quanto ne sappiamo - ha detto Hagari -, intorno alle 16:00 (di ieri e non nella notte) i terroristi hanno lanciato un razzo contro un carro armato che proteggeva i soldati e si è verificata un'esplosione in 2 edifici a 2 piani. Questi sono crollati, mentre i soldati erano dentro e vicino ad essi".
Le Brigate Al Qassam, ala militare di Hamas, ha rivendicato l'attacco di ieri che ha portato alla morte di 21 soldati israeliani. Su Telegram hanno spiegato di aver "preso di mira una casa in cui era asserragliata una forza ingegneristica sionista" con un razzo anticarro che ha "portato all'esplosione delle munizioni e delle attrezzature tecniche" e che ha fatto "saltare completamente in aria la casa". Le Brigate hanno poi aggiunto che la loro squadra "è tornata indietro sana e salva".
Il racconto alla Knesset degli ex ostaggi: 'Donne e uomini violentati nei tunnel sotto Gaza'
Una donna ex ostaggio a Gaza, poi rilasciata, e sua figlia hanno raccontato davanti ad una Commissione della Knesset che "donne e uomini sono violentati dai terroristi nei tunnel sotto la Striscia". "I terroristi - ha detto la donna, citata dai media - portano vestiti da bambole per le ragazze. Hanno trasformato le ragazze nelle loro bambole, con cui possono fare quello che vogliono". Anche un'altra donna ex ostaggio ha riferito che "ci sono ragazze lì senza mestruazioni da molto tempo e forse è per questo che dovremmo pregare, che sia il corpo a proteggerle in modo che, Dio non voglia, non rimangano incinte".
Stasera il consiglio di sicurezza dell'Onu, presente Lavrov, ma anche i ministri degli Esteri palestinese, turco, iraniano
Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu torna a riunirsi sulla guerra a Gaza. All'incontro che inizia alle 14 locali, le 20 italiane, parteciperanno diversi ministri degli Esteri, a partire da quello russo Serghei Lavrov. E poi ci saranno il palestinese Ryad al Maliki, il francese Stephane Sejourne (presidente di turno del Cds), il turco Hakan Fidan, l'iraniano Hossein Amir-Abdollahiyan.
Secondo fonti diplomatiche, a dominare la riunione saranno le richieste ad Israele di consentire maggiori aiuti a Gaza e di accettare un futuro Stato palestinese. Prima dell'incontro, Lavrov ha visto a New York il suo omologo iraniano per sollecitare Israele ad accettare un cessate il fuoco e avvertire gli Usa di non alimentare la diffusione del conflitto.
La Mezzaluna rossa accusa l'esercito: "A Khan Yunis spara sui nostri veicoli"
Un portavoce della Mezzaluna Rossa palestinese ha accusato oggi l'esercito israeliano di aver aperto il fuoco contro suoi veicoli di soccorso che a Khan Yunis (a sud di Gaza) cercavano di prestare soccorso a feriti. Lo riferisce Haaretz, aggiungendo che anche oggi il locale ospedale Nasser resta circondato dall'esercito, per il secondo giorno consecutivo. La settimana scorsa l'esercito ha riferito che da quell'ospedale è stato aperto il fuoco contro i soldati.
Borrell: "Israele non ha diritto di veto sui due Stati"
"Noi dobbiamo a cominciare a parlare in maniera automatica dell'applicazione dei due Stati. E una cosa deve essere chiara: Israele non ha alcun diritto di veto all'autodeterminazione del popolo palestinese, riconosciuta dalle Nazioni Unite". Lo ha detto l'Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera Josep Borrell nella conferenza stampa al termine del Consiglio di Associazione Ue-Egitto.
Sunak,: "Non esiteremo a rispondere ad altri attacchi Houthi"
Il Regno Unito "non esiterà" a rispondere nuovamente con un'azione militare se continueranno gli attacchi dei ribelli Houthi nel Mar Rosso. Lo ha detto il premier britannico Rishi Sunak riferendo alla Camera dei Comuni dopo i raid congiunti compiuti nella notte dalle forze di Londra e Washington nello Yemen contro le basi degli Houthi.
Nel corso del dibattito ai Comuni, Sunak ha insistito nel negare di volere una escalation militare ma al contempo ha ribadito che gli attacchi degli Houthi devono finire. Secondo il premier Tory la vera escalation è quella condotta dai ribelli che continuano a prendere di mira con missili e droni "le navi da guerra statunitensi e britanniche, e minacciano le basi alleate nella regione". Il primo ministro ha affermato anche che, secondo una prima valutazione dell'intelligence, gli obiettivi presi di mira sarebbero stati colpiti con efficacia.
Inoltre ha sottolineato che il ministro degli Esteri, David Cameron, sta per partire per un nuovo tour in Medio Oriente, a dimostrazione della volontà britannica di rilanciare anche l'azione diplomatica nella regione, incluso il sostegno a una soluzione del conflitto israelo-palestinese basato sul principio dei due Stati. Da parte dell'opposizione laburista, il leader Keir Starmer ha ribadito, come già fatto in precedenza, il suo sostegno ai raid, limitandosi a chiedere a Downing Street qualche dettaglio in più sulla loro efficacia, sui piani futuri e sul parere legale degli uffici governativi competenti.
Netanyahu, Gallant e Gantz nel Nord, dopo attacchi Hezbollah
La situazione creatasi nel nord di Israele in seguito ai continui attacchi degli Hezbollah è stata esaminata oggi dal premier Benyamin Netanyahu, dal ministro della difesa Yoav Gallant e dal ministro Benny Gantz in un incontro a Ramat Corazim (a nord del lago di Tiberiade) con i rappresentanti delle località israeliane di frontiera con il Libano. In quelle ore in Alta Galilea sono risuonate sirene di allarme e la base aerea sul Monte Meron (a nord di Safed) è stata attaccata con razzi degli Hezbollah. ''Noi teniamo gli occhi aperti per quanto avviene nel Nord'', ha detto Gallant. ''Gli Hezbollah continuano con le loro provocazioni. Noi ci teniamo pronti. Non vogliamo una guerra, mi siamo pronti ad affrontare ogni situazione che potrebbe svilupparsi nel Nord''. Netanyahu ha ribadito che malgrado le pesanti perdite umane di ieri, Israele resta determinato a combattere fino alla vittoria. ''Siamo impegnati nella più giusta delle guerre. Abbiamo anche ottenuto grandi successi, anche oggi, con l'accerchiamento di Khan Yunis'', a sud di Gaza. ''Ma purtroppo abbiamo anche pagato un prezzo molto pesante''.
Razzi Hezbollah contro base Galilea, Iron Dome intercetta
Almeno 12 razzi sono stati sparati dal Libano del sud dagli Hezbollah verso la base dell'aviazione militare sul monte Meron, in Galilea. Lo ha riferito la radio pubblica israeliana Kan secondo cui almeno quattro sono stati intercettati dai sistemi di difesa Iron Dome, mentre altri ancora sono esplosi in aree aperte nelle sue vicinanze. Quello che viene definito ''un attacco molto massiccio'' è avvenuto mentre il premier Benyamin Netanyahu si trova nel nord di Israele, in una località imprecisata, dove incontra oggi rappresentanti delle decine di migliaia di abitanti costretti a sfollare dalle proprie abitazioni a ridosso del confine con il Libano a causa dei continui bombardamenti degli Hezbollah.
Gb, nuovi raid per indebolire capacità dei ribelli Houthi
Il Regno Unito ha compiuto nuovi raid congiunti con gli Usa contro gli Houthi nello Yemen per "indebolire" le capacita dei ribelli di compiere attacchi "inaccettabili" alle navi nel Mar Rosso. Lo ha detto il ministro degli Esteri britannico David Cameron sottolineando che Londra ha inviato "il messaggio più chiaro possibile" ed è pronta a continuare la propria azione militare per proteggere la navigazione nella regione.
Il responsabile del Foreign Office ha affermato che la seconda azione militare congiunta condotta nella notte dalle forze di Londra e Washington è arrivata in seguito a oltre 12 attacchi degli Houthi contro le navi nel Mar Rosso avvenuti nei 10 giorni dal primo intervento anglo-americano.
Cameron si è detto fiducioso sul fatto che i raid possano ridurre le capacità di risposta degli Houthi e li ha accusati di contribuire all'escalation nella regione. Secondo il ministro "non è accettabile" la narrazione dei ribelli secondo cui i loro attacchi avvengono in risposta a quanto sta accadendo a Gaza nel conflitto tra Israele e Hamas.
Houthi, i raid di Usa e Gb non resteranno impuniti
I raid di Usa e Gran Bretagna in Yemen non resteranno "impuniti". Lo dichiarano i miliziani Houthi dopo i nuovi attacchi anglobritannici.
Iran a Usa, i raid sugli Houthi sono un errore strategico
"Abbiamo mandato messaggi agli Usa, avvertendoli seriamente che gli attacchi congiunti" con il Regno Unito contro gli Houthi in Yemen sono "un errore strategico" e "minacciano la pace e la sicurezza regionali e causano l'allargamento della guerra a Gaza". Lo ha detto il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian, ieri sera New York, dopo l'annuncio degli Stati Uniti sui nuovi raid.
Intenso scambio di fuoco tra Hezbollah e Israele
Un intenso scambio di fuoco si è registrato stamani tra Hezbollah e Israele tra il sud del Libano e l'Alta Galilea. Lo riferiscono media libanesi e mediorientali, secondo cui diversi razzi sono stati sparati dagli Hezbollah contro postazioni militari israeliane. Israele ha bombardato con artiglieria e raid aerei postazioni di Hezbollah nel sud del Libano, nelle località di Aytarun, Blida, Shahin, Marwahin, Ramiye, Tayr Harfa e Mays al Jabal, nel settore occidentale e orientale della Linea Blu.