di GIOVANNI PIZZO
Premierato, le parole di La Russa sembrano fatte apposta per affossare la riforma. Espongono in maniera chiara il vulnus costituzionale verso il ruolo del Presidente della Repubblica.
E conoscendo l’esperienza di Ignazio, che non è solo quello dell’imitazione di Fiorello, o del busto di Mussolini, ma tanto altro, è ipotizzabile che l’abbia fatto apposta per affossare questa riforma.
Ma se la Meloni non è entusiasta del premierato, La Russa è contrario, Salvini indifferente, Tajani non pervenuto, i costituzionalisti contrari, perché è stata scritta?
Gli investigatori di una volta avrebbero detto “cherchez La Femme”.
E qui c’è ne una in prima fila. Maria Elisabetta Alberti in Casellati, da Rovigo, ex presidente del Senato, che alla fine del gennaio 2022 fortissimamente volle il più alto Colle. Era mossa da ambizione superba, voleva diventare la prima Donna d’Italia, Elisabetta the First.
Non si arrese fino all’ultima scheda che controllava, dal suo già sopraelevato scranno, con protervia estrema. Ci ricordiamo quelle giornate convulse, con la Belloni bruciata, Salvini propone Lei, e l’avvocatessa veneta ci crede a più non posso, telefona a tutti personalmente, crea un gruppo di sostegno perfino nei 5stelle.
Si era messa il tailleur blu che l’aveva incoronata al Senato, ma fu bruciata, amaramente. I primi franchi tiratori erano nel suo partito Forza Italia, che già la mal sopportava, come tante scelte di Silvio.
E non potendo arrivarci Lei, a quell’ermo Colle, meglio depauperarlo per i posteri, oltre che per il suo vero competitor, che rifiutandolo, al suo contrario, pubblicamente, lo ebbe. I veneti sono testardi e laboriosi, ma non hanno l’innato Sense of Power dei siciliani.
Per cui dalla sua postazione di Ministro delle Riforme la vendetta femminile, la castrazione del ruolo, l’impotenza della carica. O per Me, o per nessuno.