di BRUNO TUCCI
Campo largo, ancora oggi c’è chi ricorda con nostalgia il governo giallorosso Pd-5Stelle.
Con l’aiuto di alcune forze minori che politicamente vengono definiti con cattiveria “cespugli” guidò l’Italia per 527 giorni dal settembre del 2019 al febbraio del 2021.
Tra i nostalgici Massimo D’Alema, Pier Luigi Bersani, Roberto Speranza e Michele Emiliano. Si vorrebbe così riproporre il campo largo, un’idea che ossessiona Elly Schlein, ma non certo Giuseppe Conte che vorrebbe essere lui il “puparo” della coalizione.
Per il momento, malgrado gli sforzi del Partito Democratico e della sua segreteria l’iniziativa non spicca quel salto che una parte di via del Nazareno auspica con molta grinta e caparbietà. Questi esponenti (non pochi in verità) fanno ritornare alla mente un vecchio slogan di altri nostalgici del dopo guerra, i quali sostenevano: “Si stava meglio quando si stava peggio”.
Elly è l’unica a volere con forza quel patto antico che potrebbe combattere e sconfiggere il centro destra. Un’occasione ci sarebbe pensando alle prossime elezioni regionali. Si guarda alla Basilicata ed è a Matera e dintorni che l’inciucio potrebbe avere qualche possibilità.
Come? Scelta che divide, ma a qualcuno piace e continua a ripeterla fino alla noia. Effettivamente, la proposta non è peregrina se si pensa che Conte deve molto a lui ai tempi del Covid. Lui è Roberto Speranza.
In quel periodo si sconfisse il Covid con i vaccini ed il duo era bene in sella. Sostiene a proposito l’ex ministro della sanità: “Governare insieme si potrebbe ancora e con successo”.
L’avvocato del popolo dà forza all’idea e ricorda che in piena pandemia il suo governo decise il blocco dei licenziamenti, una proposta che ebbe una grande fortuna, secondo l’ex presidente del Consiglio.
Chi farebbe carte false per tornare all’asse Pd-5Stelle è il governatore della Puglia Michele Emiliano che guida la regione e fa maggioranza proprio con i grillini.
A parte la Schlein pochi pensano che possa tornare quel passato. Elly ne è convinta: “Prima è, meglio è”, dice alzando il tono della voce, ma le sue parole cadono nel vuoto perché Giuseppe Conte frena e pone diversi ostacoli.
Non solo: pure fra i cattolici dei dem c’è molta perplessità. Sono sempre in attesa di un nuovo centro, tipo Democrazia Cristiana. E’ proprio il progetto e il sogno da furbetto di Matteo Renzi che spera di rimanere a galla solo se riuscirà a portare dalla sua parte quest’ala del Pd. E magari qualcuno di Forza Italia, molto più europeista di coloro che ora sostengono il governo di Giorgia Meloni.
L’alleanza è lontana: i punti di convergenza ci sono, ma le differenze sono per ora incolmabili. “Il Pd è bellicista, non me lo aspettavo”, spiega il presidente dei grillini. Diplomaticante fra lui e la Schlein non mancano in pubblico i baci e gli abbracci e poi? Sono smancerie che non servono a nulla, se non a favorire i fotografi in cerca di immagini che possano essere vendute ai giornali e ai periodici. Niente altro.
Il più riottoso è proprio lui, Giuseppe Conte, che continua a ripetere: “Ci vuole un progetto, le chiacchiere non servono nulla”. La verità è un’altra. Il sogno del presidente dei 5Stelle è quello di essere il vero numero uno della sinistra e, infatti, ha mal digerito il “si” che Giorgia ha detto ai giornalisti quando le proposero un duello televisivo con Elly.
E’ questo il vero ostacolo che impedisce il ritorno di un governo giallorosso. Perchè nel caso che l’idea andasse in porto chi sarebbe il capitano della squadra? La Schlein che ha raccolto più voti alle politiche ed ha un maggior numero di parlamentari? Dovrebbe essere una normale conseguenza, ma il “grillino numero uno” risponde per ora che non se ne farà niente. A meno che alle regionali prima ed alle europee poi non succeda il fininondo.