di LORENZO BRIOTTI
Milano invasa dallo smog almeno secondo quanto riportato dal sito svizzero IQAir. In una classifica apparsa domenica, il capoluogo lombardo viene messo in terza posizione dopo Dacca in Bangladesh e Lahore in Pakistan. Quarta Delhi in India. Lunedì Milano è invece in tredicesima posizione dato che i dati vengono aggiornati costantemente sul sito dell’azienda svizzera. Stando però ai dati di domenica, Milano è davvero la città più inquinata tra quelle occidentali?
A fare le pulci alla classifica di IQAir ci ha pensato La Stampa (per l’articolo completo clicca qui) che rileva varie incongruenze nei dati. Una tra queste è il fatto che vengano prese in esame solo una piccola porzione di città al mondo. Un’altra è che si monitora solo il particolato sottile 2,5 quando gli indicatori per l’inquinamento atmosferico sono molti di più: tra questi il PM10, il biossido d’azoto e il monossido di carbonio. Non si conosce poi la metodologia della ricerca (fatta comunque da un ente privato). Se si vede infine la classifica “storica” che prende in considerazione gli stessi dati dal 2017 al 2022 allargandoli a 7323 città del mondo, si scopre che Milano è al 531esimo posto.
Gli stessi dati forniti a marzo 2023
Gli stessi dati vennero forniti anche nel marzo del 2023 ed anche allora si parlò di una mezza fake news. Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Milano Beppe Sala che parla delle “solite analisi estemporanee, gestite da un ente privato. Mi meraviglio anche di voi, non è che potete riportare notizie lette dai social”, ha commentato il sindaco a margine di un incontro.
Milano non è terza ma è davvero inquinata
Il fatto che la classifica sia poco affidabile non ci deve tranquillizzare più di tanto. Milano, così come altre città del Nord Italia e in particolare della Pianura padana, rimane comunque inquinata spesso oltre i limiti. A dirlo è l’Agenzia per l’ambiente dell’Unione europea: “L’Europa centro-orientale e l’Italia registrano le maggiori concentrazioni di polveri sottili, dovute principalmente alla combustione di combustibili fossili per il riscaldamento domestico e al loro utilizzo nell’industria”. Quindi dobbiamo tirare un sospiro di sollievo (viene proprio da dire…) per averla scampata? Non proprio.