Dalla moratoria dei debiti delle imprese agricole, alla revisione delle regole sugli aiuti di Stato fino alla gestione della fauna selvatica. “E’ ora di dare risposte certe e immediate alle esigenze delle imprese agricole – ha spiegato il presidente di Coldiretti Ettore Prandini nel corso del suo intervento alla conferenza stampa al Masaf per illustrare le iniziative dell’Italia a sostegno degli agricoltori dopo il Consiglio Agricoltura e pesca Ue a Bruxelles, dove Coldiretti ha portato oltre tremila agricoltori, alla presenza del ministro Francesco Lollobrigida – Le aziende – ha proseguito – Non possono più sopportare imposizioni burocratiche, follie e fenomeni che mettono a rischio il loro reddito e la loro stessa sopravvivenza. Aiuti di Stato come il de minimis non ci hanno messo in condizione di intervenire soprattutto su quelle filiere colpite dai fenomeni atmosferici. Queste situazioni vanno superate”.
Per questo Coldiretti è al lavoro da tempo: “Credo che il lavoro di raccordo fatto dal Governo, sia dal presidente del Consiglio che dal Ministro, con i Ministri competenti ha portato – ha sottolineato Prandini – a una diversa attenzione che l’Italia deve avere nei confronti delle istituzioni europee, un lavoro che, ad esempio, ci ha permesso di ottenere per l’agricoltura 3 miliardi in più nel Pnrr”.
Poi un richiamo alle tempistiche. “Abbiamo bisogno di tempi certi e urgenti per la maggiore flessibilità sugli aiuti di Stato – ha aggiunto – poiché le crisi di mercato impongono di andare oltre i limiti che ci sono stati imposti. E ci aspettiamo che nel Consiglio europeo del 21 e 22 marzo ci sia la svolta necessaria.
Sulla fauna selvatica occorre, invece, intervenire per uniformare la normativa nazionale a quella regionale e dare finalmente la possibilità alle aziende di porre un freno alle incursioni di cinghiali e altri animali che devastano le colture”.
Per quanto riguarda la Politica agricola comune, Prandini ha manifestato la necessità di “eliminare le eventuali sanzioni a carico degli agricoltori già da quest’anno. Dobbiamo – ha indicato Prandini – porre fine all’aumento di adempimenti, obblighi e costi per le aziende agricole legati all’applicazione della condizionalità ambientale. Norme troppo stringenti e spesso svincolate dalla realtà che ne hanno reso di fatto impossibile l’applicazione nelle campagne, già colpite dall’aumento costante dei costi di produzione e un corrispondente calo dei prezzi agricoli”.
Coldiretti chiede, ricordando i risultati positivi ottenuti con il ritiro della direttiva agrofarmaci che avrebbe ridotto del 30% la produzione agricola nazionale, “anche lo stop a quella su packaging”, che toglie dalle tavole insalata in busta, confezioni di pomodori e cestini di fragole, “impattando in modo significativo sulla capacità competitiva della filiera agroalimentare ma anche della tutela dell’ambiente, sia in termini di spreco di cibo, sia in termini di emissioni in atmosfera e di consumo di acqua”.
E in Europa deve valere anche il rispetto il principio di reciprocità con un netto stop all’ingresso di prodotti da fuori dei confini Ue che non rispettano i nostri stessi standard. “Questo – rimarca Prandini – deve avvenire anche all’interno dei Paesi dell’Unione, come ad esempio il regolamento dei principi attivi. In tema di controlli, dobbiamo trovare un principio che vada bene per tutti, non possiamo essere il Paese che viene sempre penalizzato”.
“Per garantire, infine, il principio di reciprocità, è importante dotarsi di strumenti efficienti di rilevazioni dei mercati – ha ricordato Prandini – per tutelare le imprese agricole e applicare efficacemente la normativa sulle pratiche sleali fortemente sostenuta da Coldiretti.”. Una battaglia che ha portato la Coldiretti a denunciare per aver modificato unilateralmente i contratti a danno dei produttori agricoli la multinazionale Lactalis, poi multata dal Ministero.