“Sono felice di annunciare che dopo 24 anni di detenzione negli Stati Uniti è stata firmata l'autorizzazione al trasferimento in Italia di Chico Forti”, ha annunciato in un video diffuso a Washington la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Un risultato frutto dell'impegno diplomatico di questo governo della collaborazione con lo Stato della Florida e con il governo degli Stati Uniti che ringrazio. E' un giorno di gioia per Chico per la sua famiglia per tutti noi lo avevamo promesso lo abbiamo fatto e ora aspettiamo in Italia Chico Forti".
Enrico “Chico” Forti è nato nel 1959 a Trento. Tra le tante attività della sua vita si trovano i successi sportivi nel windsurf e il lavoro come videomaker e produttore televisivo. Grazie alla partecipazione a un programma di Canale 5 condotto da Mike Bongiorno vince una somma di denaro sufficiente a garantirgli una nuova esistenza negli Stati Uniti. Lì si sposa e mette al mondo tre figli. Nel 1998 tutto precipita e Forti viene arrestato e accusato dell’omicidio dell’australiano Dale Pike.
Le indagini e il processo presentano significative irregolarità e violazioni delle garanzie dell’imputato e si concludono con la condanna definitiva all’ergastolo. Importanti settori dell’opinione pubblica e dei media sollevano dubbi sulla reale colpevolezza di Forti. L’ipotesi di un suo “ritorno in Italia”, presentato come una certezza dall’allora ministro Di Maio, si affidava ad altro. Ovvero a quanto previsto dalla convenzione di Strasburgo del 1983, che consente a una persona condannata in uno Stato diverso da quello di appartenenza di scontare la pena nel proprio Paese.
La cosa solleva qualche perplessità negli Stati Uniti, dal momento che la pena alla quale è stato condannato Forti è una forma di ergastolo senza benefici, mentre in Italia — tranne che nei casi di ergastolo ostativo — il detenuto potrebbe accedere alla liberazione anticipata, oltre che a permessi premio. Tuttavia le iniziative assunte dai governi italiani e, in particolare, dall’allora ministra della Giustizia Marta Cartabia avevano rivelato un atteggiamento non completamente ostile da parte del dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti.
Le resistenze maggiori sembravano provenire piuttosto dal governatore della Florida Ron DeSantis, interessato alla competizione per le primarie presidenziali tra i Repubblicani e preoccupato che un gesto di clemenza nei confronti di Forti potesse alienargli le simpatie degli elettori conservatori. Un anno fa la premier aveva telefonato a Gianni Forti, zio di Chico, per assicurare il suo interessamento. E oggi l’annuncio.