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Un po’ di tutto all’Olimpico: 1-0 per il Milan, la Lazio chiude in 8, rissa finale, ma il peggiore è l’arbitro Di Bello

Quando una partita finisce con 11 ammoniti e 3 espulsi, vuol dire che non una, ma molte cose sono andate storte, nell'arbitraggio e nell'atteggiamento delle due squadre.

Questa è la storia di Lazio-Milan (0-1 gol di Okafor al 43' del secondo tempo), una sfida nervosa e bruttina in cui alla fine sono saltati i nervi a tutti: il Milan torna a casa col bottino pieno, portandosi a un punto dalla Juve seconda, mentre i padroni di casa chiudono inferociti e a bocca asciutta. Succede tutto nella ripresa: dopo che nel primo tempo i padroni di casa avevano protestato per un rigore non concesso con Maignan che stende in uscita Castellanos. Ma al 12' l'episodio che cambia l'inerzia della gara: Pellegrini (già ammonito) vedendo un proprio compagno a terra pensa che Pulisic interromperà la corsa ma non è così, poi strattona e butta giù l'americano per il secondo giallo. Con l'uomo in meno, la Lazio si vede costretta a cambiare faccia e interpreti: l'ingresso di Immobile e Isaksen smuove le acque, col capitano che servito dal danese va vicinissimo al tap-in del vantaggio. Al Milan viene annullato un gol di Leao per fuorigioco, ma al 43' il subentrato Okafor (a segno anche all'andata) segna su una respinta in area. I minuti finali sono infuocati, con ammonizioni a raffica e Di Bello che perde il controllo della gara, buttando fuori Marusic e Guendouzi. A nulla valgono le urla di Sarri, che salterà il match con l'Udinese: era diffidato ed è stato ammonito anche lui.
E tra pochi giorni la Lazio andrà in Baviera per provare a superare il turno con il Bayern, ma intanto dovrà smaltire la sconfitta numero 11 in questo campionato.

 

Lotito furioso: "Manca l'affidabilità del sistema"

"Le polemiche arbitrali dopo Lazio-Milan? Quando il gioco assume questi connotati devono essere altri organismi esterni a intervenire. Manca l'affidabilità del sistema e quindi bisogna ricorrere a istituzioni terze che pongano fine a una situazione incresciosa". E' dura la presa di posizione del presidente della Lazio, Claudio Lotito, dopo la partita con il Milan e la coda al veleno. "Nello sport si deve vincere per merito. C'è un limite oltre il quale non si deve andare, e oggi sono stati superati tutti i limiti. La società si farà valere nelle sedi preposte, per tutto quello che è successo. Questa cosa si ripete da diverso tempo".

Lotito: 'Non parlo con gli arbitri'

"Se ho parlato con Di Bello? Io con gli arbitri non parlo, non rientra nel mio costume intrattenere nessun tipo di rapporto con loro". Così Claudio Lotito a Dazn a nome della Lazio dopo le polemiche seguite al ko col Milan. "Non entro nel merito degli episodi, chi fa l'arbitro dovrebbe essere capace di capire quale è il punto di equilibrio e quello di rottura. Io sono un moderato e cerco un punto di incontro, e oggi non ci sono condizioni per trovarlo", prosegue il patron. Con Sarri, assicura Lotito, "non c'è nessun contrasto, bensì confronti dialettici per comporre, non volti a dividere. Nessuno l'ha messo in discussione. La squadra non ha nessuna responsabilità in questa sconfitta". Lotito dalle istituzioni non si aspetta "nessuna risposta", ma dice di sapere "a quale istituzioni rivolgersi: pensiamo al futuro, e speriamo che episodi così non capitino più".

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