di ENRICO PIRONDINI
Due su tutti: nel 2023 si sono registrati ben 151mila conflitti ; cioè una persona su quattro è rimasta esposta in scenari bellicosi che hanno fatto deragliare popolazioni e vaste regioni. Secondo dato: sono 50 i Paesi con indici di conflitti estremi, elevati o turbolenti. Ma c’è un terzo dato non meno inquietante. È una cifra che riguarda i bambini uccisi o mutilati nel 2023: ben 8.647.
2. MYANMAR- Il Paese asiatico, in passato noto come Birmania, ospita il maggior numero di gruppi armati non statali. Ogni gruppo, in media, è coinvolto in 8 eventi violenti all’anno. Il Paese ha registrato nell’ultimo anno 15.587 vittime di violenza per un totale di 8.700 episodi.
3. MESSICO – È il Paese più pericoloso per i civili. Acled ( l’organizzazione non governativa statunitense specializzata nella collezione di dati, analisi e mappature dei conflitti nel mondo) ha registrato quasi 7.000 episodi di violenza che hanno preso di mira direttamente i civili in tutto il Paese negli ultimi 12 mesi ( 7.000 vittime in 1 anno).
4.PALESTINA – È il conflitto più concentrato in termini di diffusione geografica. Accertate in 1 anno 18.284 vittime. La crisi è secolare. Si è incancrenita con la sparizione proposta dall’Onu nel 1947 (due Stati: Israele e Palestina). Da allora il conflitto israelo-palestinese ha visto di tutto: due guerre, tre “intifade”, cioè “rivolte”, migliaia di vittime? Il processo di pace, avviato in gli accordi di Oslo (1993), non si è mai concluso.
I conflitti legati alla droga sono molteplici, ma quelli che stanno provocando più morti (dopo il conflitto che ha insanguinato la Colombia) è la guerra messicana. Uno scontro talmente militarizzato da essere uscito dai normali confini della attività criminale. Questo conflitto armato vede contrapposti i cartelli della droga che controllano intere città o interi quartieri e le forze armate del governo. E terrorizza mezzo Sud America.