Come un vero re, il Sole indosserà una 'corona' d'eccezione per rendere unica l'attesissima eclissi totale che lunedì 8 aprile sarà visibile dal Nord America: la sua atmosfera più esterna, la corona solare appunto, "potrà essere 5-6 volte più grande del diametro della stessa stella, a causa della concomitanza col periodo di massima attività solare", come dice Roberto Ragazzoni, docente di astrofisica all'Università di Padova e neo presidente dell'Istituto Nazionale di Astrofisica.
Osservare l'eclissi dal vivo o attraverso le numerose dirette disponibili online sarà un'occasione da non perdere, anche perché in Italia dovremo attendere altri tre anni per ammirare uno spettacolo simile.
"L'appuntamento è per il 2 agosto 2027, quando un'eclissi totale di Sole sarà visibile sopra Lampedusa", ricorda Ragazzoni.
Quella di lunedì 8 aprile potrebbe mostrarci la nostra stella in una veste alquanto familiare. Secondo Ryan French, fisico solare del National Solar Observatory a Boulder in Colorado, le protuberanze filamentose della corona si estenderanno non solo dalla regione equatoriale, come nei periodi di minima attività, bensì da tutto il disco solare, diramandosi in ogni direzione proprio come nei disegni dei bambini.
Prevedere la forma della corona solare non è solo un passatempo per ingannare l'attesa dell'eclissi, ma una vera e propria attività di ricerca scientifica. Un team di esperti della Nasa che si occupa di scienza predittiva ha infatti sviluppato un modello computazionale che produce previsioni aggiornate quasi in tempo reale, grazie ai dati relativi al campo magnetico della superficie solare (fotosfera) raccolti dal telescopio spaziale Solar Dynamics Observatory. Il modello, elaborato dal supercomputer Pleiades della Nasa, sarà messo a confronto con le immagini dell'eclissi che verranno scattate lunedì per verificare quanto sappiamo realmente delle dinamiche che muovono il gas elettricamente carico (il cosiddetto plasma) della corona. Conoscere questa parte dell'atmosfera solare è cruciale, perché dà origine al vento e alle tempeste solari che possono influire sulla Terra, determinando fenomeni spettacolari come le aurore boreali ma anche interferenze con il normale funzionamento di satelliti, Gps, comunicazioni radio e reti elettriche.
L'eclissi di lunedì sarà un' importante banco di prova per le attuali teorie, così come è già accaduto per altre eclissi del passato che hanno segnato la storia della scienza. Una delle più memorabili è stata quella del 29 maggio 1919, che permise di testare la teoria generale della relatività elaborata da Albert Einstein solo pochi anni prima. "Misurando la posizione delle stelle intorno al disco lunare fu possibile dimostrare che l'immensa gravità del Sole piega e distorce la luce in arrivo da stelle più lontane come previsto dalla relatività", ricorda Ragazzoni. "Fu la vera e propria consacrazione di una teoria che fino ad allora era rimasta confinata in un ristretto ambito scientifico e che oggi invece è alla base di tante tecnologie di uso quotidiano come i Gps".