di GIANLUCA PACE

Dice il generale Roberto Vannacci parlando con una ragazza italo-senegalese: “Le sue caratteristiche somatiche non rappresentano la maggior parte della popolazione italiana”.

E solo qualche tempo fa, parlando di Paola Egonu (“Anche se italiana, i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità”) il generale disse anche che “l’italiano da ottomila anni è identificato con la pelle bianca”. Qualche domanda sparsa. Ma perché ottomila anni? Quale italiano si identificava come italiano ottomila anni fa? Chi? Dove? Quando? E poi, cosa dobbiamo considerare per italianità? Ma, stando alla leggenda, Enea non era un profugo troiano? Troia non era nell’Asia minore? Quindi Enea non rientrerebbe nei canoni? Perché in questo caso non è che Virgilio e Augusto la prenderebbero molto bene. Quindi poi i romani in origine non si mescolarono anche con gli etruschi? Con i greci? Con i fenici? Con i cartaginesi? Con i barbari? Gli imperatori, i nobili, i senatori e i legionari romani non nati in Italia quindi non furono buoni rappresentanti di questa italianità?

E poi, scavalcando l’Impero Romano, non abbiamo avuto dominazioni longobarde, francesi, arabe, spagnole e via dicendo? I vari piccoli statarelli italiani poi non hanno commerciato più o meno con tutto il mondo? Cos’è insomma, caro generale, questa italianità? 

E a anche quelle che consideriamo le primitive popolazioni latine non venivano anche loro dalle migrazioni dei primi ominidi per il globo? No, sì, forse? O forse prima delle migrazioni dei primi ominidi dall’Africa per i continenti c’era già un qualche italiano con la divisa e il carro armato? Perché, andando a ritroso nel tempo, i tratti somatici più antichi riscontrabili nei primi abitanti di questa povera Penisola non erano proprio quelli di oggi. Chi vince? Un periodo storico a caso? Perché, altrimenti, in lizza per le rivendicazioni per la vera italianità potrebbero trovare posto anche dei triceratopi.

E l’italianità comprende anche il cristianesimo? Perché Gesù, sempre se sia esistito, non è che avesse proprio un aspetto che oggi considereremmo occidentale, per esempio.

Anche l’Italia, o quella che noi esseri con due zampe e due braccia chiamiamo Italia (termine probabilmente non inventato da italiani), non era in Italia per via del movimento della crosta terrestre. L’italianità, come l’Italia, come le nazioni, come gli Stati, non sono che invenzioni per etichettare un qualcosa che in realtà, caro generale, non è etichettabile. Non è etichettabile perché non esiste. Possiamo accettarlo o comunque, prima o poi, la natura ce lo farà accettare. La presunta italianità, d’altronde, non servirà a molto quando il sole ingloberà questo disgraziato pianeta.