di MIMMO CARRATELLI
Era de maggio anche l’altra volta, ma tutta un’altra storia. Giovedì 4 maggio 2023, al Friuli la notte dello scudetto matematico a cinque giornate dalla fine del campionato. Il gol di Osimhen per l’1-1 che significò terzo scudetto azzurro dopo le due vittorie con Maradona.
Si torna a Udine, delusi e ammaccati. Un anno e due giorni dopo la partita dello scudetto è cambiato tutto. Il Napoli langue in classifica, l’Udinese è in zona-retrocessione.
Fabio Cannavaro, con l’assistenza del fratello Paolo, sulla panchina friulana, terzo allenatore dopo Sottil e Cioffi, proprio come il Napoli dei tre allenatori. Udinese penultima, affiancata dal Sassuolo (29 punti) che, sabato, ha battuto l’Inter già campione d’Italia.
C’è rissa nei quartieri bassi. S’è allungato il Verona (34 punti) superando la Fiorentina. Un passettino per Empoli e Frosinone a quota 32. L’Udinese (29 punti) rischia molto. Per giunta il suo finale di campionato è al calor bianco: andrà a Lecce, ospiterà l’Empoli, giocherà a Frosinone. Micidiali scontri diretti per la salvezza.
Diventa fondamentale per i friulani questa partita col Napoli. Non dovessero far punti, sarebbero con un piede in serie B. La squadra di Cannavaro accusa numerose assenze, gli squalificati Payero e Perez, gli infortunati Lovric, Thauvin, Deulofeu, Ebosse, il portiere Silvestri. Fuori difensori e attaccanti preziosi.
Le difficoltà di formazione accresceranno l’impeto dei bianconeri. Il Napoli, senza Kvaratskhelia, dentro Raspadori, deve aspettarsi un assalto all’arma bianca. L’Udinese ha fisicità per costringere gli azzurri a una focosa battaglia. E il Napoli, che ha preso gol in 28 partite su trentaquattro, non è un castello fortificato. La difesa cede facilmente (ci sarà Ostigard per Juan Jesus e Olivera a sinistra).
L’Udinese è a secco di vittorie da sei turni (2-1 a Roma contro la Lazio). L’unica volta che ha vinto in casa (3-0 al Bologna) è accaduto cinque mesi fa. Tutti numeri negativi. Cinquantuno gol al passivo, quintultima difesa del campionato.
L’Udinese lotterà contro tutte queste cifre contrarie. Ha tre colossi in difesa, il portiere Okoye (1,97), i difensori Bijol (1,90) e Kristensen (1,98) contro i pesi leggeri azzurri. Gente di combattimento a centrocampo (3-5-2) dove ci sarà Cajuste.
Uno spilungone in attacco, Lorenzo Lucca, due metri, una torre semovente nell’area azzurra, un pericolo sicuro per la difesa napoletana poco aerea. E il talento di Samardzic a indirizzare il gioco.
Hanno voglia di vincere i friulani, quella voglia che è mancata al Napoli in più di una occasione favorevole per agganciarsi a un treno europeo. L’ha detto Calzona.
Quanta voglia avrà il Napoli a Udine contro un avversario motivatissimo e ricco di guerrieri? Quel gol dello scudetto di un anno fa sarà un ricordo eccitante per Osimhen?
Fioccano le domande per un Napoli che sinora ha dato riposte deboli. Una vittoria nelle ultime sette partite. Un andamento lento che ha sfidato la pazienza dei tifosi.
Udinese-Napoli è il mesto posticipo del lunedì. Gli azzurri devono salvare un po’ di dignità. L’Udinese deve salvarsi dalla retrocessione. Se le motivazioni hanno un peso, il Napoli ha poco da opporre ai friulani. Il Friuli sarà un’autentica fossa dei leoni.