Gente d'Italia

Napoli, anatomia di un crollo, acquisti sbagliati e squadra smarrita

di MIMMO CARRATELLI

Napoli, un declino inarrestabile. Per tre volte, nelle ultime quattro partite, si è fatto sfilare la vittoria concedendo il pareggio agli avversari: contro il Frosinone il 2-2 firmato da Cheddira (73’), contro la Roma il 2-2 siglato da Abraham (89’), contro l’Udinese il pareggio 1-1 messo a segno da Success (92’). Sei punti buttati via fallendo la rincorsa alla prossima Champions. In totale, sono sette le partite in cui gli azzurri in vantaggio sono stati rimontati, perdendo 16 punti (due sconfitte e cinque pareggi). Gli altri 10 punti persi: le sconfitte contro la Lazio da 1-1 a 1-2 e la Fiorentina da 1-1 a 1-3; i pareggi contro il Cagliari da 1-0 a 1-1 (Luvumbo al 90’) e contro il Torino da 1-0 a 1-1 (Sanabria al 64’). In rimonta, in sette partite, il Napoli ha conquistato 13 punti. Battuto il Frosinone 3-1 da 0-1. Pari col Genoa 2-2 da 0-2. Acciuffato il Milan 2-2 da 0-2. Sconfitti Salernitana 2-1 da 0-1 e Verona 2-1 da 0-1. Altro pareggio col Genoa 1-1 da 0 -1. Il pari con l’Inter 1-1 da 0 -1. Piccole imprese e rilassamenti memorabili.
Uno scudetto bruciato subito. Fallita la rincorsa all’Europa perdendo 16 punti nelle ultime otto partite (due sconfitte, cinque pareggi; un sola vittoria: 4-2 a Monza) dopo avere battuto la Juventus e pareggiando sul campo dell’Inter.
Una squadra senza identità, gioco, voglia di battersi con l’inutile primato del possesso-palla. Azzurri deboli nel recupero del pallone, raramente aggressivi. Una voglia di vincere cancellata.
Il Napoli deprimente di questa stagione, gradasso con le formazioni medio-piccole (39 punti), succube con le prime nove in classifica (12 punti), incapace di vincere tre partite di seguito, perdendo 27 punti in casa e altrettanti in trasferta, ha immiserito la sua classifica raccogliendo 32 punti in meno rispetto all’anno scorso alla 35ª giornata, il crollo totale dopo lo scudetto. Difesa al collasso, imbattuta in appena sei partite. Attacco in picchiata da 70 gol dell’anno passato, sempre alla 35ª giornata, ai 53 di questa stagione. Resa incondizionata passata attraverso tre allenatori (Garcia 21 punti in dodici partite, Mazzarri 15 punti in dodici partite, Calzona 15 punti in undici partite).
È passata la voglia di vincere a una squadra che ha conservato 16 giocatori dei 24 campioni d’Italia, perdendo Kim, Lozano, Ndombele, Bereszynski e, durante il campionato, Elmas, Zerbin, Zanoli e Gaetano. Azzurri orfani smarriti una volta che il carisma, il lavoro maniacale e la dedizione di Spalletti li hanno abbandonati. I giocatori ci hanno messo poco e niente. Nessuna reazione.
Sciagurata la campagna-acquisti per 68 milioni (Natan 10, Cajuste 12, Ngonge 18, Lindstrom 25, Mazzocchi 3) più i prestiti di Traoré e Dendoncker. Uscite per 89 milioni: Kim (57 al Bayern), Elmas (20 al Lipsia), Lozano (12 al Psv Eindhoven). Cajuste è stato l’acquisto più impiegato, una partita intera, 7 volte sostituito, 15 volte entrando dalla panchina. Dopo di lui, Lindstrom, mai titolare, 19 volte entrando dalla panchina, 2 volte sostituito. Natan il più deludente, 5 partite intere, 6 volte sostituito, 3 volte in campo dalla panchina. Ngonge una sola volta in campo dall’inizio, poi sostituito, 9 volte entrando dalla panchina con la bandierina di un gol. Mazzocchi in campo appena giunto, poi scomparso: 3 volte sostituito, 4 volte presente dalla panchina. Una meteora anche Traoré: 5 volte sostituito, 3 volte dentro dalla panchina. Un corpo estraneo il belga Dendoncker: appena 3 presenze entrando dalla panchina.
Dei campioni d’Italia senza più onore e gloria, ecco l’elenco. Meret, una serie di buone parate. Di Lorenzo in calo, usurato da troppe partite. Colossi d’argilla al centro della difesa: Rrahmani, Juan Jesus, Ostigard. Ha perso potenza Anguissa. Sull’uscio di casa Zielinski. In altalena Mario Rui e Olivera. Combattivo ma niente di più Kvaratskhelia, però 10 volte a segno (12 reti nell’anno dello scudetto).

Si sono salvati in tre. Non ha issato bandiera bianca Lobotka, sempre ben presente in campo, ancora degno campione d’Italia. A strappi Politano, 8 gol. Osimhen fra viaggi, disguidi, ritocco al contratto, clausola di cessione, malumori e calo di tensione ha realizzato 15 gol in ventitre partite, terzo cannoniere del campionato.

Si annunciano rifondazione e un nuovo allenatore. Se si sbagliano le prossime mosse, sarà un pericoloso salto nel buio.

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