ROMA – In Indocina 70 anni fa si consumava una vicenda tragica: quella di tanti giovani italiani – nati tra il 1929 e il 1935 – arruolati nella Legione straniera francese per combattere nel Sudest asiatico. In Italia si era persa la memoria circa il dramma e il destino di quei “legionari italiani”, perlopiù altoatesini. “Oggi, grazie al giornalista altoatesino Luca Fregona, questa storia italiana rimossa dalla memoria è riemersa in tutta la sua drammaticità raccontata nei suoi due libri”, spiega la senatrice Michaela Biancofiore (Gruppo Civici d’Italia – Noi Moderati) nella sua interrogazione posta al Ministro degli Esteri su questa vicenda. La senatrice ha citato due recenti libri editi da “Athesia” che sono “Soldati di sventura” e “Laggiù dove si muore” . Nell’interrogazione si spiega come questi ragazzi italiani, nati tra il 1929 e il 1935, furono arruolati nella Legione Straniera per essere destinati nella guerra di riconquista coloniale in cui la Francia era impegnata in Indocina, volendo evitare spargimento di sangue francese. Dalla Biancofiore viene inoltre illustrata brevemente cosa sia la Legione straniera francese che tuttora esiste. “La Legione straniera francese, nata nel 1831, – spiega l’interrogazione – venne impiegata nel XIX e XX secolo in vari scenari: soprattutto quando si preferiva evitare l’invio di truppe francesi regolari, si impiegavano appunto legionari e truppe coloniali (senegalesi, marocchini, algerini). Tra le file della Légion étrangère i ragazzi italiani rappresentavano il contingente più numeroso. Gli italiani che combatterono nella Legione straniera francese in Indocina furono tra i 7mila e i 10mila”. “Circa 1.300 morirono in azione, per le ferite o per le malattie, altre centinaia rimasero mutilati o riportarono traumi psicologici gravissimi, altri ancora sopravvissero nei campi di prigionia. In particolare, il 7 maggio 1954, nella tristemente nota battaglia della conca di Dien Bien Phu che sancì la sconfitta della Francia, finirono nelle micidiali trappole dei Viet migliaia di giovani italiani, dei quali i genitori non hanno neppure potuto piangere o riporre i corpi. Tra questi vi è stato per esempio Alfredo Decarli, le cui tracce erano totalmente scomparse e la cui storia esemplificativa è venuta alla luce solo grazie al libro di Fregona”, ha spiegato Biancofiore che ricorda come: “dalla scheda segnaletica della Legione straniera attestata dal Bureau des anciens, si apprenda che Alfredo Decarli sarebbe deceduto a Dien Bien Phu il 19 aprile 1954 e ivi inumato il giorno successivo”. “Considerato che il nome di Alfredo Decarli non appare stranamente tra i nominativi dei combattenti incisi nel monumento commemorativo ai caduti della Legione straniera della guerra in Indocina a Fréjus, in Francia” – si legge ancora nell’interrogazione in cui si sottolinea come ai familiari non sia stata corrisposta “alcuna indennità di guerra o vitalizio, diversamente da altri combattenti insigniti, si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto esposto e quali iniziative di competenza intenda assumere presso il Governo francese affinché possa assicurare ai familiari superstiti di Alfredo Decarli e di altri sfortunati ragazzi italiani caduti in Indocina l’indennità di guerra vitalizia retroattiva e il riconoscimento dell’opera valorosa prestata”. All’interrogazione ha risposto nell’aula di Montecitorio il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ringraziando anzitutto la senatrice Biancofiore per aver posto l’attenzione sul tema dei cittadini italiani arruolati nella Legione straniera francese e caduti durante la guerra d’Indocina, soprattutto nella battaglia di Dien Bien Phu. “Fu un dramma che ha riguardato migliaia di famiglie italiane, soprattutto della Regione Trentino-Alto Adige. Nella gran parte dei casi si trattava di migranti economici che avevano lasciato il nostro Paese, uscito dalle macerie della Seconda guerra mondiale, alla ricerca di un lavoro e di migliori condizioni di vita. Giovani italiani che sono poi rimasti coinvolti nella tragica campagna militare francese in Indocina, culminata nella sconfitta di Dien Bien Phu, dove molti di loro, come dicevamo, hanno perso la vita”, ha rilevato Tajani ricordando che proprio alcuni giorni fa c’è stato il settantesimo anniversario di quella sanguinosa battaglia. “Considero doveroso da parte del Governo tenere viva la memoria di questa dolorosa vicenda e per questo ho chiesto alla nostra Ambasciata a Parigi di farsi parte attiva con le autorità competenti francesi al fine di acquisire informazioni sul caso del connazionale Alfredo Decarli e degli altri italiani caduti nella Legione straniera francese. In particolare, nel dialogo con le autorità francesi, verrà attirata l’attenzione sull’eventuale mancata corresponsione di indennità o altri riconoscimenti previsti dalla legge francese. È una vicenda umana dolorosa che il Governo continuerà a seguire con attenzione e vicinanza”, ha concluso Tajani rassicurando sul fatto che saranno richieste risposte concrete alle autorità francesi.
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