di ENRICO PIRONDINI
Terremoto politico a poche settimane dalle Europee: Marine Le Pen ha scaricato gli estremisti tedeschi di Adf. Sono (dice) impresentabili. Averli al fianco oltretutto compromettedebbe in partenza la sua corsa al’Eliseo nel 2027. Meglio una frattura oggi che una “frittata” domani. Salvini si è subito accodato.
L’Eurodestra si avvicina
Ne sono sempre più convinte Marine e Giorgia, le “grandi tesssitrici” della tela impegnata dare un volto nuovo ai vertici Ue. Le “guide supreme” delle due famiglie europee – i Conservatori ECR della presidente Meloni e il gruppo sovranista “identità e democrazia” innervato da “RN”, il partito francese di Marine – sono decise più che mai a dare un nuovo assetto a Strasburgo. Meloni e Le Pen hanno deciso di mettere da parte le incomprensioni del passato e attendere, fiduciose, l’esito delle urne di giugno. Lo scenario che si profila dice che l’alleanza Le Pen-Meloni potrebbe generare una destra europea, ben lontana dagli eccessi anche linguistici di ID. Allargare troppo il perimetro sarebbe rischioso; di qui la chiusura delle porte ad Alternative Fur Deutschland.
La clamorosa rottura nella famiglia degli Identitari (sovranisti + ultra nazionalisti al parlamento europeo) è di quelle che lasciano il segno. La rottura tra l’estrema destra francese e l’estrema destra tedesca è definitiva, come ha detto Alexander Loubet, il responsabile della campagna elettorale di RN: ”Non ci siederemo più con AFD nella prossima legislatura“. Punto. La rottura è stata decisa da RN in seguito alle dichiarazioni fatte qualche giorno fa su Repubblica e sul Financial Times da Maximilian Krah, capolista dell’AFD alle elezioni europee del prossimo giugno. Krah aveva sostenuto che non tutti i membri delle SS, organizzazione paramilitare della Germania Nazista, avrebbero dovuto essere considerati automaticamente dei criminali di guerra: ”Bisogna valutare individualmente le colpe. E prima di dichiarare qualcuno un criminale, voglio sapere cosa ha fatto. Tra le 900 mila SS c’erano anche tanti contadini: c’era sicuramente una percentuale alta di criminali, ma non tutti lo erano. Non dirò mai che chi aveva una uniforme delle SS era automaticamente un criminale”.
L’intervista ha scosso, non solo le due leader, ma l’intera campagna elettorale. Frasi allarmanti. Antistoriche. Inaccettabili. Ecco perché Marine ha scaricato gli estremisti tedeschi alla ricerca di un nuovo volto e di una convergenza con Meloni, visto che la premier italiana è presidente di ECR e FDI, asse (dicono i sondaggi) destinato ad essere primo partito della delegazione. Nei giorni scorsi Marine Le Pen ai giornalisti italiani, a margine della kermesse di Vox a Madrid, aveva detto: ”Con Giorgia Meloni ci sono punti in comune. Non è questione di persone, ma di libertà. Meloni e Salvini hanno a cuore la libertà. Non c’è dubbio che ci siano delle convergenze per la libertà dei popoli che vivono in Europa”. Lo strappo, benché tardivo, inaugura nuovi scenari politici.