BOLOGNA – Nei primi cinque mesi di quest’anno è già andata persa la quasi totalità della produzione di vongole nelle acque di Goro e Comacchio, a causa del granchio blu. E dire che in questo momento gli esemplari sono più piccoli e in numero inferiore, perchè si stima che la fase più consistente della proliferazione della specie debba ancora arrivare.
Per questo i pescatori invocano aiuti. Molti non hanno più un “reddito sufficiente per far fronte alle spese quotidiane”, come le bollette. E se i contributi promessi dalla Regione Emilia-Romagna non saranno retroattivi, i pescatori “non sono più nelle condizioni di svolgere” l’attività di cattura e smaltimento del granchio blu, “in quanto senza reddito”. L’allarme risuona dopo l’incontro in Prefettura a Ferrara, convocato dal prefetto Massimo Marchesiello proprio per fare il punto sull’emergenza legata al crostaceo ‘alieno’. Al tavolo erano presenti i sindaci di Goro e Comacchio, i rappresentanti di Regione, Provincia di Ferrara, consorzi dei pescatori, associazioni di categoria, organizzazioni sindacali e Abi.
I CASI PIÙ GRAVI ARRIVANO FINO AL 100% DI CALO DI PRODUZIONE DELLE VONGOLLE
Nei primi cinque mesi del 2024, riferisce la Prefettura di Ferrara, “le cooperative riportano un calo della produzione di vongole pari al 70% nei casi meno gravi, fino al 100% nei casi, in particolare, delle cooperative di Comacchio e di alcune cooperative di Goro con concessioni in acque troppo profonde per poter installare i recinti che impediscono ai granchi di entrare”. Chi è riuscito invece a installare i recinti, permessi solo per una superficie pari al 10% della concessione, spera che “il novellame seminato all’interno possa sopravvivere alle temperature estive, così da poter raccogliere un quantitativo seppur minimo di vongole nell’autunno”
OGNI FEMMINA DEPONE DA 600MILA A 6 MILIONI DI UOVA
I pescatori di Goro e Comacchio rilevano poi, negli ultimi mesi, la presenza di “esemplari più piccoli” di granchio blu e “in numero minore rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso”. Il motivo, si spiega, potrebbe essere legato alla temperatura dell’acqua o ad altri fattori. Ogni femmina però depone da 600.000 a sei milioni di uova. “E’ quindi plausibile che prossimi mesi si assista ad una consistente proliferazione del crostaceo”. Al momento la cattura del granchio blu riguarda soprattutto esemplari femmine, pronte alla deposizione delle uova. Si tratta però di animali “non appetibili per il mercato” e quindi portati allo smaltimento. Il consorzio Conuno, in particolare, “ha deciso di riprendere la campagna di raccolta e smaltimento a sue spese” e dal 18 marzo scorso sono state raccolte 92 tonnellate di granchi blu, per lo più femmine.
GLI STRUMENTI DI RACCOLTA NON CONSENTONO CATTURA MASSICCIA
I pescatori lamentano anche il fatto che gli strumenti di raccolta oggi a disposizione “non consentono una cattura massiccia dei granchi”. Per questo, le associazioni di categoria chiedono che sia concesso in deroga l’utilizzo di strumenti di cattura più, in particolare nelle aree con una maggiore concentrazione di crostacei. Una deroga che ad oggi però non è stata concessa, “neanche in via sperimentale e con funzioni di monitoraggio”. I pescatori aspettano inoltre i contributi della Regione, pari a 1,5 euro per ogni chilo di granchi smaltiti. La richiesta è che il provvedimento sia retroattivo, coprendo così anche la raccolta effettuata in questi mesi. Altrimenti, senza un contributo, “i pescatori hanno fatto sapere di non essere più nelle condizioni di svolgere tale attività, in quanto senza reddito”, avvisa la Prefettura di Ferrara.
TRA LE IPOTESI UNA CAMPAGNA DI PROMOZIONE DEL GRANCHIO BLU A SCOPI ALIMENTARI
Le cooperative di Goro e Comacchio hanno poi sottolineato come la moratoria di un anno concessa dalle banche alle imprese dell’acquacoltura porti in realtà nei fatti “un beneficio molto limitato per la categoria giacchè, stante il sostanziale blocco dell’acquacoltura causato dalla presenza del granchio blu, ai pescatori viene meno il reddito per sostenere diverse altre spese indifferibili. A questo proposito, i sindaci di Goro e Comacchio manifestano “forte preoccupazione per le ricadute sociali che questa crisi sta provocando sulle comunità. Sono ormai molte le famiglie che non hanno un reddito sufficiente per far fronte alle spese quotidiane, dal pagamento delle utenze, ai mutui contratti per l’acquisto della prima casa”. Tra le possibili iniziative da intraprendere per alleviare in parte gli effetti dell’emergenza granchio blu, al tavolo in Prefettura è stata suggerita “l’attuazione di una campagna di promozione del granchio blu a scopi alimentari, al fine di incrementare i prezzi di vendita degli esemplari catturati, idonei alla commercializzazione”. Le associazioni di categoria, infine, sottolineano “l’importanza di una proroga dello stato di calamità già dichiarato per una durata di 24 mesi, al fine di consentire alle imprese di poter richiedere i contributi anche nel 2025, potendo dimostrare il calo drastico di fatturato manifestatosi nel 2024. L’auspicio riguarda anche “la nomina a breve di un commissario, per meglio rispondere alle istanze delle imprese”.