Le 'super tecnologie' diagnostiche e terapeutiche in arrivo in ambito oncologico e, al contempo, il problema dell'equità dell'accesso ai nuovi farmaci e alle stesse tecnologie con un divario che è sempre più ampio tra i diversi paesi a livello mondiale.
Il congresso annuale della Società americana di oncologia clinica (Asco) che si apre oggi a Chicago, il maggior appuntamento del settore a livello mondiale, sarà all'insegna delle grandi novità per le terapie ed i trattamenti contro i tumori ma dovrà anche affrontare le contraddizioni legate ad uno sviluppo scientifico che non è equamente garantito a tutti. Sarà anche l'occasione per un importante riconoscimento alla ricerca italiana: tre i giovani ricercatori italiani premiati con il prestigioso Merit Award Asco su un totale di 133. A fare il punto è Giampaolo Tortora, ordinario di Oncologia alla Cattolica e direttore del Comprehensive Cancer Center del Policlinico Gemelli di Roma.
A questo appuntamento mondiale partecipano oltre 40.000 oncologi e medici, con la presentazione di oltre 5.000 studi. Tanti i temi sui quali gli esperti si confronteranno sulla base dei nuovi studi, ma "uno dei filoni centrali - spiega Tortora all'ANSA - è quello della evoluzione dell'immunoterapia: gli ultimi studi dimostrano cioè che l'immunoterapia, mirata a risvegliare il sistema immunitario per combattere il cancro, non è efficace solo nella malattia metastatica, ma anche nella fase adiuvante, cioè dopo l'intervento chirurgico, E nella fase neo-adiuvante ovvero prima della chirurgia. C'è dunque una 'estensione' di tale approccio anche in situazioni più precoci ed iniziali della neoplasia". Tutto ciò "indica un ampliamento delle opportunità di impiego dell'immunoterapia e questo porta ad un aumento del numero dei pazienti che ne potranno beneficiare.
Ad oggi, infatti, sono al massimo il 20-30% i pazienti che possono ottenere un reale beneficio. Ampliare la fetta di coloro che potranno utilizzare l'immunoterapia con beneficio è quindi un passo importante". Ed ancora, "si parlerà molto anche di telemedicina e IA". Vari anche gli studi presentati dai ricercatori del Gemelli: "In particolare sui tumori del pancreas e su una proteina che potrebbe avere un valore prognostico e predittivo di risposta ai trattamenti, e sul tumore del colon in relazione al ruolo del riparo del dna, ovvero un tipo di alterazione genomica - conclude Tortora - che influenza l'andamento della malattia".