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Champions League: oggi Dortmund-Real Madrid. A Wembley ultimo atto

Ancelotti (foto Depositphotos)

Lo stadio più iconico come cornice della finale più prestigiosa, che il Real Madrid è abituato a giocare e vincere più di qualsiasi altra squadra: è per questo che alla vigilia dell'appuntamento di Wembley Carlo Ancelotti assicura che la sua squadra è già in "modalità Champions League".

Una brutta notizia per il Borussia Dortmund, ultimo ostacolo rimasto sulla strada dei Blancos verso il trionfo continentale n.15.

Un palmares che non ha eguali in Europa: basti pensare che chi ha fatto meglio tra le seconde ha vinto la metà delle coppe delle merengues, giunte alla 18esima finale europea.

"Ci siamo goduti questa settimana di avvicinamento - ha assicurato Ancelotti alla vigilia -. Essere arrivati in finale è sempre un successo. Sappiamo di aver già fatto qualcosa di buono in questa stagione, ora dobbiamo aggiungere la ciliegina sulla torta".

Per dare ancor più valore alla Liga n.36 conquistata con largo anticipo. Davanti alla stampa Ancelotti è apparso disteso e sorridente, persino in vena di ironia. "A Joselu (autore dei due gol che hanno affondato il Bayern Monaco nei minuti finali della semifinale di ritorno, ndr) ho detto che per colpa sua non siamo ancora in vacanza". Un'appendice di stagione per la quale il tecnico italiano potrà contare su Thibaut Courtois, nuovamente titolare a causa dell'attacco influenzale che ha colpito Andriy Lunin. "In finale sono arrivate le due squadre migliori, la nostra stagione non è ancora finita, mentre per tante altre squadre sì, e guarderanno la partita in televisione". Sono 14 i precedenti contro il Borussia, tutti disputati in Champions League: solo tre sconfitte e cinque pareggi. Il resto, solo vittorie per gli spagnoli, anche se nelle due semifinali europee (1997/98 e 2012/13), i precedenti sono in parità. Impressionante, però, il rendimento negli ultimi atti del Real, che non perde partite di simile valore da oltre 40 anni: l'ultima sconfitta in finale di Coppa dei Campioni risale addirittura al 1981, quando venne sconfitto dal Liverpool. Sei le finali di Champions per Ancelotti, altrettante per il Real Madrid nell'ultimo decennio. "Abbiamo tutta l'emozione e l'ottimismo del mondo. Calma, fiducia, positività. La storia del Real Madrid nasce negli anni '50 con questa competizione, ed è qualcosa di speciale: questa è la competizione dove è più facile trovare concentrazione e motivazioni".

Confermate le assenze di David Alaba e Aurélien Tchouaméni, per Toni Kroos sarà l'ultima con la maglia di un club, prima del congedo finale agli Europei con la Germania. Quattro i trionfi del tedesco in Champions, mentre Jude Bellingham sogna la sua prima coppa dalle grandi orecchie nello stadio della sua nazionale. La finale n.69 della Champions coincide con la panchina n.1.324 di Ancelotti, una carriera longeva anche di battute di spirito: "Qual è la differenza tra oggi e 10 anni fa? Che ho 10 anni in più". Un'ovvietà che nasconde la normalità dei forti, di chi è abituato a queste occasioni: "Nelle ore prima della partita arriva sempre la preoccupazione, la paura, ma è normale, accade ogni partita. Ho la mia routine che seguirò anche questa volta, niente di speciale. Con un po' di superstizione, perché mi hanno insegnato che non averla porta sfortuna".

 

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