di DANIELE MASTROGIACOMO
La vittoria di Claudia Sheinbaum, candidata di Morena, sinistra populista, è una vera rivoluzione per il Messico che si trova per la prima volta una donna come presidente. Ma l’arrivo di questa algida e pragmatica leader, origini ebraiche, una formazione scientifica alle spalle, una doppia laurea in Ingegneria Energetica e in Fisica, divisa tra laboratori di ricerca e impegno politico, segna un nuovo tassello nell’assetto geopolitico della regione. Chiunque arriverà il 5 novembre alla Casa Bianca dovrà fare i conti con lei. Nei modi e nelle scelte. Tra Usa e Messico esistono da sempre relazioni strettissime legate a interessi commerciali, economici, industriali. Oltre a quelli sociali visto che una grande fetta della forza lavoro americana è di origine messicana e molte fabbriche statunitensi hanno delocalizzato oltre frontiera. Se l’ex sindaco di Città del Messico userà la sua esperienza per portare a termine la “Quarta trasformazione” già avviata dal suo mentore e predecessore, il futuro presidente Usa dovrà guardare con occhi diversi al partner che governa nel grande paese a sud dei suoi confini. Per Joe Biden l’approccio sarà più facile; per Donald Trump il confronto potrebbe essere più complicato, visti i suoi modi e giudizi sprezzanti sull'universo femminile. La forma prevale spesso sulla sostanza. Economia a parte che in Messico registra dati di crescita, la nuova presidente avrà due emergenze da risolvere: l’immigrazione e la violenza. Rifiuterà ogni riferimento al Muro che l’ex presidente Usa aveva imposto ai suoi vicini con la beffa di presentargli anche il conto delle spese. Sarà più incline a fissare delle regole per controllare un flusso che è diventato inarrestabile. Con i Cartelli, che hanno dimostrato anche in questa campagna di essere interlocutori del processo politico e quindi anche economico, eviterà di seguire il motto di Andrés Manuel López Obrador “abbracci e non proiettili” che ha rivelato profondi limiti. Sarà più razionale e pragmatica. Separerà l’economia dalla politica togliendo l’acqua dove nuotano i narcos. Un modo per combattere in modo più efficace la corruzione che ha intossicato il sistema e liberare la produzione dai ricatti della criminalità.