Gente d'Italia

L’on. Fabio Porta (Pd) in Uruguay: “Il Comites di Montevideo non applica la legge, rischia la sospensione”

L'on. Fabio Porta, a destra, accanto all'ambasciatore Fabrizio Lucenti alla festa per il 2 giugno a Buenos Aires

Roberto Zanni, Condirettore di Gente d’Italia ha intervistato Fabio Porta, il deputato eletto in America Meridionale che da anni è diventato per la grande comunità italiana dell’Uruguay un affidabile e presente punto di riferimento nel Parlamento italiano. Unico parlamentare che qualche anno fa, in una seduta solenne del Parlamento uruguaiano in omaggio ai 70 anni della Repubblica italiana, intervenne a nome della presidenza della Camera dei Deputati italiana ricevendo tutti gli onori di un’autorità internazionale. L’On. Porta, come conferma nell’intervista, è partito dall’Italia alla volta di Montevideo per partecipare alla commemorazione ufficiale della Festa della Repubblica su invito dell’ambasciatore Fabrizio Petri. Peccato che di questa autorevole presenza non sia rimasta traccia nel corso della cerimonia ufficiale, probabilmente a causa di una distrazione del protocollo che ha trascurato di citare e di fare intervenire il rappresentante del Parlamento italiano; una ‘gaffe’ difficilmente comprensibile e giustificabile…
 
di ROBERTO ZANNI
Non possono essere episodi disdicevoli, come quello accaduto a Montevideo proprio il 2 giugno, a minare l'impegno e la passione che durante la sua lunga carriera l'onorevole Fabio Porta, deputato PD eletto nell'America Meridionale, ha sempre dimostrato lavorando per i connazionali, nel mondo e in Italia, a cominciare dalla grande comunità italiana del Sudamerica compresa quella che risiede in Uruguay. Ecco quindi che la sua presenza in uno degli stati più tricolori del mondo, rappresenta, nonostante gaffe ingiustificabili, un punto chiave nella ripartenza della collettività italiana.
- On. Porta, in mezzo a tanti impegni, ha voluto essere presente in Uruguay proprio il 2 giugno
"Sì, non è consueto per me celebrare questa importante data fuori dal Brasile che, ormai da vent'anni, è il mio Paese di adozione. Si trattava di una promessa fatta all'ambasciatore e in qualche maniera anche un messaggio che volevo inviare alla collettività dell'Uruguay".
- Comunità che ha sofferto tanto e che ancora non vede la luce alla fine del tunnel
"Per troppo tempo è stata trascurata dalla politica italiana, ma oltre a ciò negli ultimi anni è stata anche bastonata da una gestione scriteriata del Comites da una parte e purtroppo da una certa diplomazia e mi riferisco ovviamente a vari episodi e non soltanto al caso gravissimo della censura nei confronti di Gente d'Italia, ma anche alla maniera sbagliata con la quale è stata condotta la questione della nuova struttura consolare sulla quale ho presentato diverse interrogazioni. Poi altre vicende, prima fra tutte la morte di Luca Ventre all'interno dell'ambasciata. Ecco perchè questa comunità ha bisogno di un segnale e io spero di poterlo dare e da quello che ho visto in questi giorni, incontrando i patronati, gli amici di Gente d'Italia, siamo nelle condizioni di dare una scossa, una risposta a queste problematiche e risvegliare una comunità sopita".
L'on. Fabio Porta alla festa per il 2 giugno a San Paolo
- Intanto però la nuova (l'ennesima) mancanza proprio in concomitanza con la sua visita: non sono stati resi pubblici i verbali del Comites di Montevideo, come richiede la legge.
"Il Comites di Montevideo conferma dei limiti per quello che riguarda l'applicazione della legge, in questo caso riguardo la pubblicità dei verbali e anche delle sedute senza dimenticare il mancato coinvolgimento degli organi di informazione. Si continua a non attuare quanto previsto dalla legge, sarebbe il caso che le autorità diplomatiche e consolari esprimessero una maggiore vigilanza visto che siamo di fronte a un caso di recidiva. Aggiungiamoci poi che non si parla nemmeno l'italiano, quindi possiamo domandarci se ci troviamo di fronte agli elementi necessari addirittura per chiedere la sospensione di questo organismo che è totalmente fuori dalla legge 286 del 2003 che ne definisce l'attività".
- Come si può arrivare alla sospensione?
"Si tratta dell'ultimo atto che ovviamente necessita di passaggi intermedi. I Comites sono organi che operano in accordo, almeno per le procedure, con le autorità consolari così che nel frattempo si auspica che la cancelleria consolare e l'ambasciata richiedano il rispetto delle procedure. Se la legge non viene seguita, si dovrà vedere se il Ministero degli affari esteri decida di intervenire in qualche modo. Intanto spero e credo che i consiglieri dell'opposizione, che in qualche maniera hanno già denunciato questa situazione, provvedano loro stessi a far presente alla cancelleria consolare e all'ambasciata questa situazione e mi aspetterei che le nostre autorità intervenissero per riportare tutto alla normalità. Se tutto ciò non dovesse accadere ci sono altri strumenti di pressione previsti dalla legge".
- In ogni caso la collettività italiana ha la garanzia di una vigilanza da parte sua e del PD.
"Io e il mio partito abbiamo sempre seguito tutte le vicende e continueremo a farlo, anche perchè ci troviamo di fronte a diversi casi di mancanza di rispetto della legge, come ad esempio il parere su Gente d'Italia. Così se se la situazione dovesse precipitare, valuteremo se intervenire direttamente al Ministero degli esteri in maniera più determinata. La vicenda dei verbali è particolarmente grave perchè l'art. 5 della legge prevede che i resoconti vengano pubblicati nell'albo consolare, responsabilità del Comites, ma anche del consolato. Quindi chiediamo, come faranno sicuramente anche i rappresentanti di minoranza del Comites, che ambasciata e consolato si adoperino per la pubblicazione di questi verbali, in caso contrario vedremo come intervenire".
- Un altro duro colpo alla legalità, ma crede che la comunità abbia la forza per ribaltare questa situazione?
"È una collettività delusa da una certa lontananza delle istituzioni italiane, offesa dal Comites, quasi completamente assente se non per il parere negativo, di censura, dato all'unico organo di informazione italiano presente, tra l'altro uno dei pochi al mondo. Però si tratta di una comunità grande che ancora ha tanta voglia di Italia, non certo diversa da quelle dell'Argentina o del Brasile: si tratta di figli della stessa storia, della stessa emigrazione. Ha bisogno di una risposta, di una vicinanza delle istituzioni e io, nel mio piccolo, per quello che posso fare, sono stato qui anche per offrire questa solidarietà".
- Non solo a parole comunque, visto che dopo gli incontri con i maggiori esponenti dell'Italia in Uruguay, ci riferiamo a Filomena Narducci e Renato Palermo, si è arrivati a un annuncio molto importante per unire tutta la grande comunità italiana.
"Ne ho parlato con loro, i rappresentanti della comunità italiani e anche con il Direttore di 'Gente d'Italia' Mimmo Porpiglia, per l'organizzazione, il 23 novembre, giornata dell'emigrante italiano in Uruguay, di un evento e presto spero che si potranno offrire elementi più concreti. Abbiamo alcuni mesi davanti per lavorare e spero che l'ambasciatore voglia seguirci e sostenerci su questa strada. Con l'augurio che anche Gente d'Italia, come tutti sperano, possa tornare nelle edicole, nelle case di quegli italiani che hanno ancora nel cuore il legame con il nostro Paese".
- Ha un messaggio anche per i nostro giornale, i dipendenti che si sono trovati, per motivi assurdi senza lavoro e la possibilità di informare quotidianamente, attraverso le edicole e in particolare per i tanti lettori all'improvviso privati di un fondamentale punto di riferimento?
"A Gente d'Italia posso dire che la sua battaglia continua a essere centrale per me e dovrebbe esserlo per tutti quelli che hanno a cuore il futuro della comunità italiana nel mondo, perchè si tratta di un caso che è paradigmatico di una difficoltà che l'informazione per gli gli italiani nel mondo sta avendo un po' dappertutto. La vittoria, il riscatto, il 'risorgimento' di Gente d'Italia non è solo un caso isolato, non è solo la vittoria che ci sarà del suo direttore, Mimmo Porpiglia, di tutta la redazione, deve essere la vittoria di chi ancora crede nel lavoro della comunità italiana nel mondo. Il mio messaggio è di fiducia, di ottimismo per una vittoria della giustizia, che ci deve essere per chi ancora crede nei valori e nell'articolo 21 della Costituzione che difende la libertà di stampa e una vittoria anche per la comunità italiana che non vuole essere soggetta a poteri di varia natura, ma vuole avere la libertà di esprimersi anche attraverso un organo di informazione come Gente d'Italia".
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