di ENRICO PIRONDINI
Europei di Atletica, chiusura col botto. Altre quattro medaglie: lungo, 1.500, staffette. Italia prima nel medagliere. Bottino record: 11 ori, 9 argento, 4 bronzo. Totale 24. Sul podio anche la Francia (16 medaglie) e la Gran Bretagna (13 medaglie). Un boom mai visto.
IL MIGLIOR EUROPEO DI SEMPRE – Mai nella storia sul palcoscenico continentale Azzurre e Azzurri avevano conquistato così tante medaglie. Mai visto un team così completo e stelle di prima grandezza: Battocletti, Jacobs, Tamberi, Simonelli, Crippa, Fantini, Palmisano. Da urlo il bronzo di Arese. Il mezzofondista azzurro si è preso una medaglia dopo tanti quarti posti a livello internazionale.
JACOBS E I SUOI FRATELLI D’ORO – Lampi azzurri in un finale d’oro. Olimpico in delirio per la 4×100 di Jacobs e i suoi fratelli. Un poker d’assi che ha firmato l’ultimo trionfo. Una 4×100 tutta d’oro: Marcell Jacobs, Filippo Tortu, Lorenzo Patta, Matteo Melluzzo (21 anni, il più giovane al debutto in una staffetta agli Europei ). Felicità azzurra anche per l’argento della 4×400; un quartetto in crescita: Riccardo Meli, Edoardo Scotti, Vladimir Aceti, Luca Sito. Questa edizione romana degli europei è iniziata bene e si è conclusa meglio. Uno spettacolo di una rara bellezza,emozionante, nella sontuosa cornice della città eterna che ha rivissuto le emozioni e le magie dei Giochi 1960 quando fu inaugurato lo Stadio Olimpico.
Dice giustamente Francesco Centi: ”Nessuno poteva immaginare un successo così straordinario dei nostri atleti: frantumati tutti i termini di paragone, con la spedizione finora più felice ( Spalato 1990: 12 podi con 5 ori) diventata all’improvviso roba di poco conto, mentre neppure prendiamo in considerazione il confronto Roma su Roma a distanza di 50 anni, quando nel 1974 gli azzurri conquistarono appena 5 medaglie, con il solo Pietro Mennea, capace di mettersi gli avversari alle spalle (sui 100, come ha fatto sabato scorso Jacobs, il filo rosso che unisce le due manifestazioni). Insomma, una volta inostri successi erano merce rara e per questo li salutavamo con enfasi ed emozioni, poi il vento è cambiato”.
LARISSA JAPICHINO E PIETRO ARESE – La figlia d’arte è volata a 6.94, argento all’ultimo salto. Festa pazzesca davanti a papà Gianni e mamma Fiona May. A 22 anni Larissa si è presa la scena. Ha detto:” Una Italia che ha tantissimo futuro, e non è finita qui”. Da urlo il bronzo nei 1500 di Pietro Arese, 24 anni, torinese. Ha chiuso in 3’33”34. Ex pallavolista si è convertito all’atletica trovando nel mezzofondo il suo posto migliore. Ha detto: ”Dopo tanti sacrifici e tanti quarti posti, finalmente ho qualcosa al collo. Ogni volta era un quasi, quest’anno è l’anno del si. Ho messo anima, corpo, gambe, sapevo che era una medaglia alla mia portata”.
LA SODDISFAZIONE DEL DT AZZURRO ANTONIO LA TORRE – Gli Europei più esaltanti di sempre portano tante firme. Il direttore tecnico La Torre contiene con la sua saggezza i facili entusiasmi. Ma il suo sorriso è carico di soddisfazione: ”Questa squadra ha lo spirito vincente. A Parigi ci presentiamo a testa alta, ma con i piedi per terra”.