Una "invasione" di tre metri all'interno del confine cileno nella Terra del Fuoco da parte di installazioni delle Forze Armate argentine sta generando una controversia diplomatica tra i due paesi vicini su un'area che è considerata strategica da entrambi.
All'origine della disputa la decisione da parte della Marina Militare Argentina di effettuare un miglioramento delle infrastrutture di un avamposto di confine, il Posto di Vigilanza e Controllo del Transito Marittimo denominato "Hito 1" di Magellano, sull'omonimo stretto.
Secondo le autorità cilente l'installazione dei pannelli solari per l'approvviggionamento di energia dell'avamposto avrebbe infatti superato di tre metri la linea di confine, un errore che è stato riconosciuto da parte argentina ma che, afferma il governo di Buenos Aires, non sarà possibile riparare in tempi brevi.
"E' stata usata come riferimento una recinzione che non era esattamente il limite, c'è stato un errore", ha ammesso l'ambasciatore argentino in Cile, Jorge Faurie.
Il rappresentante argentino ha quindi minimizzato la questione.
"Non è un grosso problema", ha detto.
"I pannelli verranno rimossi non appena le condizioni meteorologiche lo consentiranno", ha poi aggiunto precisando che ciò avverrà con l'inizio dell'estate australe, non prima di sei mesi.
Le autortità cilene tuttavia hanno chiesto a Buenos Aires che l'errore venga corretto "il più presto possibile": riconoscono che si "è trattato di un errore in buona fede", ma è un errore "serio".