Lo sprint è partito poco dopo mezzanotte, quando la maggioranza ha dato il via libera alla seduta fiume: lavori tutti difilato, voti no stop fino a quello finale.

Che è arrivato quasi otto ore più tardi, con l'approvazione definitiva alla Camera dell'Autonomia differenziata. E in Aula è successo un po' di tutto, applausi da una parte, urla "vergogna" dall'altra, tricolori e inno di Mameli dai banchi dell'opposizione, bandiere delle regioni e della serenissima che sventolavano dagli scranni della Lega. La riforma è passata con 172 sì, ma senza i voti dei tre deputati calabresi di Forza Italia: servivano "un ulteriore approfondimento e imprescindibili migliorie", hanno fatto sapere. "Più autonomia, più coesione, più sussidiarietà - ha invece esultato sui social la presidente del consiglio, Giorgia Meloni - Un passo avanti per costruire un'Italia più forte e più giusta. Avanti così, nel rispetto degli impegni presi con i cittadini". Reduci dalla prova della piazza, con la manifestazione a Roma contro le riforme, le opposizioni hanno annunciato una raccolta firme per il referendum abrogativo.