di MARCO BENEDETTO
Tutto è colpa di Giorgia Meloni, questo è il senso che si ricava leggendo alcuni giornali italiani. Per fortuna non tutti sono così, ma l’amarezza che viene leggendo giornali e siti internet di una parte delle testate italiane genera amarezza.
Ora anche il deficit è colpa della Meloni, e questi godono perché la feroce e antitaliana burocrazia di Bruxelles ci sta sparando contro una procedura di infrazione.
Il deficit è figlio di scelte politiche inevitabili negli anni ’70, quando per prosciugare l’acqua dal lago del consenso al terrorismo il Governo italiano redistribuì un reddito che non c’era. Tradotto: il risparmio degli italiani è superiore a quello dei tedeschi, o così dicono loro e questo li fa inferocire. Ma da allora sono passati quasi 50 anni e poco è stato fatto se non da Berlusconi con Tremonti che riequilibrò la gestione corrente e poi da Mario Monti, che ha quasi distrutto l’industria nautica e per poco ci faceva morire di paura.
Per venire a tempi più recenti, cosa hanno fatto Letta, Renzi, Conte, Draghi prima di Meloni?
Il male d’Italia non è il deficit, sono le procedure, eredità del connubio incestuoso fra Piemonte e Napoli. Nessuno è mai riuscito a snellirle. Anzi, negli ultimi anni, l’ansia moralistica che ci domina ha complicato le cose.
Meloni, gli italiani ce l’hanno con lei, ci sono titoli di giornali che danno dispiacere.
Meloni, gli italiani ce l’hanno con lei, ci sono titoli di giornali che danno dispiacere. Un conto è osteggiare Giorgia Meloni in Italia, anche quella del premierato si rivelerà una presa in giro. Un conto è fare il tifo perché l’Italia fallisca a Bruxdlles.
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