La melatonina è un alleato per combattere nei neonati pretermine alcune lesioni del cervello.
Ma per monitorare lo stato di salute del neurosviluppo di un bambino nato in anticipo arrivano anche nuovi test.
Sono alcuni dei risultati delle ricerche nell'ambito del progetto Mnesys dedicato alle neuroscienze, presentati a Napoli in occasione del primo forum nazionale di neuroscienze.
Si stima che circa il 5-10% di tutti i neonati abbia necessità di cure rianimatorie al momento della nascita e che tra questi un bambino su 10 nasca pretermine, ovvero venga messo al mondo prima della 37esima settimana di gestazione. La nascita pretermine presenta un elevato rischio di comparsa di patologie croniche, di ritardo dello sviluppo, paralisi cerebrale, disturbi neurologici dell'apprendimento, comportamentali e psichiatrici. Il trattamento con la melatonina è in grado di intervenire nei processi di crescita e proliferazione cellulare a seguito di asfissia fornendo quindi una potenziale terapia aggiuntiva da utilizzare in combinazione con l'ipotermia terapeutica per ottenere migliori risultati.
Nello studio condotto su 240 neonati tra gennaio 2012 e luglio 2017 e seguiti fino all'età di 3 anni sono stati indagati gli effetti di piccole emorragie intraventricolari e cerebellari che colpiscono i bambini prematuri.
"Ad oggi l'ipotermia terapeutica rappresenta l'unica possibilità di trattamento delle forme moderate o gravi di questa patologia - spiega Serafina Perrone, professoressa associata di Pediatria all'Università di Parma -. Iniziata entro 6 ore dalla nascita e proseguita per 72 ore, l'ipotermia ha ridotto dal 60% al 46% la morte o disabilità a 18 mesi".