Presi i presunti responsabili dell'omicidio di Thomas Christopher Luciani, 17 anni da compiere, trovato morto ieri sera, tra le sterpaglie, nel parco Baden Powell nel centro di Pescara.
I presunti assassini, due minorenni, secondo quanto trapelato fino ad ora, sono uno il figlio di un avvocato, l'altro figlio di un maresciallo comandante di una stazione locale di un Comune della provincia di Pescara.
Dopo il delitto sarebbero andati a fare il bagno al mare. Lì, presumibilmente, si sarebbero disfatti del coltello utilizzato. Abbandonato tra le sterpaglie, il corpo del ragazzo è stato trovato solo in tarda serata.
Gli inquirenti parlano di situazione delicata. Il delitto sarebbe maturato nell'ambito del piccolo spaccio e sarebbe avvenuto con una coltellata - si pensa ad un coltello da sub viste le ferite inferte - nel tardo pomeriggio di domenica sera in una zona centrale della città. Per recuperare l'arma sono al lavoro i sommozzatori dei Vigili del Fuoco.
Intanto vanno avanti gli accertamenti della squadra Mobile della Questura di Pescara. Sul posto, ieri sera, nel parco Baden Powell, sono intervenuti anche gli agenti della squadra Volante, la polizia scientifica, il 118, il procuratore capo Giuseppe Bellelli, e il medico legale Cristian D'Ovidio.
LA DINAMICA
La giovane vittima è stato attirata in una zona non sorvegliata retrostante il parco e poi colpito ripetutamente con un'arma da taglio nelle parti vitali del corpo. Thomas era residente a Rosciano, paesino del Pescarese. All'origine dell'episodio di ieri, riferiscono gli investigatori, ci sarebbe un diverbio per questioni legate alla droga.
Le indagini avviate subito dopo il ritrovamento del corpo del giovane sono state condotte da personale altamente specializzato della Squadra Mobile pescarese, dalla squadra Volanti e dalla Polizia Scientifica. Per tutta la notte, in Questura sono state ascoltate persone potenzialmente informate sui fatti e testimoni. Fondamentali anche le immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza presenti nella zona antistante il parco e in prossimità di uno stabilimento balneare dove tutti i componenti del gruppo sono andati dopo il crimine.
"La drammatica vicenda, fin dalle prime battute - si legge in una nota della Questura di Pescara - ha evidenziato un incredibile disagio giovanile, una sorprendente carenza di empatia emotiva ed una palese incapacità di comprendere l'estremo disvalore delle azioni commesse. Questi atteggiamenti disfunzionali meritano ampio approfondimento, al pari della necessaria ricostruzione delle dinamiche e responsabilità. A tal fine sono dirette le attività investigative in corso, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di L'Aquila".