Gente d'Italia

Grande centro, dove è finito il sogno? Calenda e Renzi falliti, Tajani spera

Antonio Tajani (foto depositphotos)

di BRUNO TUCCI

Grande centro, dove è finito il sogno? È svanito, peggio non se ne parla più. Come se non fosse mai esistito, una chimera che scompare senza mai apparire.

Matteo Renzi, dopo aver attaccato il governo sulla autonomia differenziata, ha preso il primo aereo ed è “fuggito” in Inghilterra per un incarico di prestigio. Consigliere di Tony Blair che fu primo ministro del Regno Unito dal 2 maggio del 1997 al 27 giugno del 2007. Non è che in questi ultimi anni l’ex premier sia rimasto fuori dai giochi, assolutamente no. Renzi, dunque, non starà con le mani in mano. Seguirà Blair servendosi dell’esperienza che ha in campo internazionale.

Renzi va a Londra da Blair

“Italia Viva”, il  suo gioiello italiano, che fine farà? Per ora al vertice del partito lo sostituirà la senatrice Raffaella Paita. Per raggiungere quali risultati? Francamente ogni previsione diventa difficile per il semplice fatto che non si sa quale percorso seguirà quello che considerava un sicuro disegno avverinistico.

Rimarrà al centro e con quali prospettive visto che nessuno ne sente più parlare del progettoche insieme con Carlo Calenda si voleva portare avanti? La verità è un’altra: una forza moderata come la voleva quella strana coppia (che rimarrà tale per pochissimo tempo) esiste già nel nostro Parlamento.

Che cosa è Forza Italia se non un partito che è insieme con i Popolari in Europa ed in Italia corregge sempre il tiro dello scatenato Matteo Salvini? E che cosa è la nuova Giorgia che ha stretto amicizie con i grandi del vecchio Continente?

In breve, quel progetto che avevano in mente Renzi e Calenda si è dissolto anche perché non bisogna dimenticare che pure nel Pd c’ è un’ala moderata che ricorda da vicino quella che fu la Dc di un tempo.

Interrogativo: potrà nascere fra qualche mese una forza che riprenda il filo conduttore di Azione e Italia Viva? No, secondo i commentatori più autorevoli, ma  in politica mai dire mai, niente è prevedibile e tutto può succedere.

Chi potrebbe essere l’erede di un centro risorto?

In tutta franchezza, non si vede all’orizzonte un uomo o una donna che possa ripercorrere quel cammino. E’ una strada irta senza un traguardo per il momento.

D’altronde se non ci sono riusciti Matteo e Carlo è difficile prevedere un altro sbocco. Intendiamoci: non è che i due fossero alle prime armi in politica, di esperienza ne avevano tanta alle spalle: un presidente del Consiglio e un ministro di rango.

Molti ritenevano che quella iniziativa potesse avere successo soprattutto perché la diatriba fra destra e sinistra aveva francamente stancato gli italiani. Pronostici? Positivi senza dubbio. Ma nessuno aveva preso in considerazione che la coppia era profondamente divisa, non avrebbe mai digerito di essere il secondo. Il primo era il traguardo finale, a chi sarebbe spettato?

Logico quindi che l’esperimento (se così vogliamo definirlo) avrebbe avuto una breve durata. L’ultima occasione: le europee del giugno scorso. Ognuno per conto suo, però entrambi sicuri di andare oltre lo sbarramento del quattro per cento. Un flop, un fallimento totale, l’Europa diventava una chimera, il centro un incubo che aveva interrotto brutalmente il sogno.

Calenda ancora spera

Matteo Renzi ha messo subito un’ipoteca sul suo futuro. Forte delle esperienze anche extra europee ha trovato chi ha ancora fiducia in lui e trascorrerà molto tempo in Inghilterra. Al Senato, a Roma, quanto lo vedranno? I bookmaker sono già all’opera.

E il suo ex socio? Calenda non ha ancora abbandonato la speranza che un giorno il centro ritornerà alla grande non solo in Italia. Però, un vecchio e saggio proverbio ricorcda che “chi di speranza vive, di speranza muore”. “Intelligenti pauca”, insegnavano i nostri padri latini.

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