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Ma Giorgia Meloni non giurava e spergiurava di voler tagliare le tasse sempre e comunque? Bene. Nel primo trimestre dell’anno, dice l’Istat, la pressione fiscale è stata pari al 37,1%, in aumento di 0,8 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Migliora, dice sempre l’Istat, l’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil che è stato pari al -8,8% (-11,6% nello stesso trimestre del 2023). Il saldo primario (ovvero l’indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato negativo, con un’incidenza sul Pil del -5,3% (-8,5% nel primo trimestre del 2023).

Le prime reazioni

“I dati ISTAT – scrive Matteo Renzi su X – dicono che nel primo trimestre 2024 la pressione fiscale è aumentata dello 0.8% rispetto allo stesso periodo 2023. Detta in modo banale: il governo di quelli che sono stati eletti per tagliare le tasse, sta alzando le tasse. La Meloni ha bisogno dello scontro ideologico perché sui risultati concreti sta fallendo. E l’unico modo per costruire un’alternativa vincente è partire dalla vita di tutti i giorni. L’aumento della pressione fiscale è una grande sconfitta del Governo: perché non ne parla nessuno?”.

“I I dati forniti oggi da Istat – dice Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva -, confermano quello che diciamo da tempo: Giorgia Meloni è la presidente delle tasse. Nel primo trimestre di quest’anno la pressione fiscale è aumentata dello 0.8%, arrivando al 37,1%. Il quadro é allarmante con il ceto medio che rischia di essere spazzato via. Anche in questo caso Giorgia Meloni é stata brava sui social ma pessima a governare – prosegue Paita -, alzando le tasse e non abbassandole come diceva dai banchi dell’opposizione. La situazione non può essere cambiata con la demagogia ma con la competenza ed il coraggio, quelli messi in campo dal governo Renzi che abbassó davvero la pressione fiscale, cancelló l’imu sulla prima casa, l’IRPEF agricola che invece il governo Meloni ha reintrodotto, taglió l’Irap. Ecco la differenza fra riformisti e populisti, fra buon governo e chiacchiere”.