ROMA - “Contiamo sull'impegno fattivo del Governo di Madrid per finalizzare l'intesa quanto prima, nell'interesse dei nostri connazionali che sono ormai pienamente integrati in Spagna”. Così il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani che ieri, nell’Aula del Senato, ha risposto all’interrogazione di Roberto Menia (Fdi) sull’accordo Italia – Spagna in merito alla doppia cittadinanza. Un accordo, ha ricordato Tajani, su cui Madrid si è impegnata ma che ancora non ha visto la luce a causa delle elezioni e della successiva e “articolata” formazione del nuovo Governo.
Italia e Spagna, ha esordito il Ministro, “sono legate da relazioni particolarmente strette, relazioni tra popoli prima ancora che fra Stati e Governi. La comunità italiana residente in Spagna e quella spagnola in Italia contribuiscono significativamente alla vita economica, sociale e culturale dei due Paesi. La nostra presenza in Spagna è particolarmente significativa, avendo ormai superato le 300.000 unità: è praticamente triplicata nell'ultimo quindicennio. Parliamo - come diceva lei - di un'immigrazione nuova, giovane, qualificata, che si sente europea. Sin dall'inizio del mio mandato – ha ricordato – mi sono concentrato sull'efficienza della nostra rete consolare, sulla quantità e qualità dei servizi ai nostri connazionali, in particolare nei Paesi con importanti e crescenti comunità italiane, come appunto la Spagna. Anche per questo ho deciso di riaprire il consolato generale d'Italia a Madrid, che è operativo dallo scorso lunedì”.
“Sappiamo – ha aggiunto Tajani – che molti italiani residenti in Spagna vorrebbero poter acquisire la cittadinanza spagnola, senza però dover rinunciare a quella italiana. Diversamente dalla legge italiana - come lei ricordava - quella spagnola impedisce la doppia cittadinanza. Le uniche eccezioni alla regola in ambito europeo valgono per i tre Paesi confinanti, Francia e Portogallo ed Andorra. Per venire incontro alle aspettative della nostra collettività, abbiamo proposto al Governo spagnolo di siglare un accordo bilaterale in materia. Le autorità di Madrid hanno avviato le procedure interne per la revisione del testo, in un periodo che è però coinciso con le elezioni parlamentari anticipate e la successiva articolata formazione del nuovo Governo a Madrid”.
“Abbiamo letto con favore le parole del ministro degli esteri Albares sull'accordo. Confidiamo ora che il Governo spagnolo passi dalle parole ai fatti. Contiamo quindi sull'impegno fattivo del Governo di Madrid – ha concluso – per finalizzare l'intesa quanto prima, nell'interesse dei nostri connazionali che sono ormai pienamente integrati in Spagna”.
Nel replicare al Ministro, Menia ha sottolineato che “il tema che ho citato è più vasto - è una questione simile - e riguarda la vicenda dei molti italiani che richiedono di poter riavere la cittadinanza italiana. Parlo dei molti naturalizzati che sono stati costretti alla scelta di rinunciare alla cittadinanza italiana per poter lavorare laddove erano andati. Pur avendo acquisito un'altra cittadinanza, si sentono legati al nostro Paese, sono italiani come noi, hanno la nostra formazione, i nostri valori spirituali, culturali, parlano la nostra lingua”.
“Su questo, - ha ricordato il senatore FdI – l'ultima legge che incide sulla cittadinanza, la n. 91 del 1992, aveva aperto una finestra proprio perché i naturalizzati possedessero riacquisire la cittadinanza. Io credo sarebbe opportuno da parte del Governo riflettere proprio su questo: ossia far sì che non soltanto coloro che oggi si trovano in Spagna in questa situazione, ma anche i tanti che si trovano in Australia, in Canada - sono lontani, ma si sentono italiani - possano accedere nuovamente a quella cittadinanza che sentono nel sangue, sentono nel cuore, sentono nel loro essere”.
“Questi – ha concluso – sono il mio auspicio e il suggerimento che mi permetto di avanzare al Governo”.