Jasmine Paolini (foto: depositphotos)

È sempre azzurra l’erba di Wimbledon. Caduto Superman Sinner, sul trono del tennis è salita una monumentale Jasmine Paolini. È entrata nella storia il giorno in cui Jannik, dopo una battaglia epica battaglia di quattro ore, ha dovuto inchinarsi al russo Medvedev. Mentre aleggiava una tristezza nel clan azzurro per la caduta del re, subito dopo è scesa in campo Jasmine Paolini e ha restituito la felicità demolendo l’americana Navarro in meno di un’ora. Jasmine è così diventata la prima italiana in semifinale a Church Road e salire al n.5 del mondo. Jasmine ha giocato un tennis spietato contro la figlia di un miliardario italoamericano che l’aveva battuta nelle prime 3 sfide. Ma l’atmosfera di Wimbledon ha cambiato tutto.

Fino a pochi giorni fa, la Paolini non aveva mai vinto sull’erba. E dice: ”È talmente incredibile che non so cosa dire. Quando ero bambina vedevo le finali degli altri ed è davvero strano essere qui: ho giocato un bel match”. E promette di dare battaglia in semifinale con la croata Donna Vekic, 28 anni. Anche per lei è la prima volta in semifinale a Wimbledon. Anzi, la prima volta in una semifinale Slam (giovedi, campo centrale). Jasmine si mantiene tranquilla: garantisce che non mollerà tanto facilmente e combatterà su ogni palla. E ricorda: ”Sono passata da un sogno a una bellissima realtà. Essere tra le migliori 4 di Wimbledon mi riempie di felicità“.

Jasmine è entrata nella storia del tennis azzurro affiancando il suo nome ad altre tenniste meravigliose come Francesca Schiavone, Sara Errani, Flavia Pennetta e Roberta Vinci. Tutte azzurre entrate nella top 10 del ranking mondiale. Dice l’ex ct Paolo Bertolucci: ”Jasmine ha una qualità tennistica da top Player. La vittoria nei quarti contro la Navarro, che l’aveva battuta 3 volte su 3, è stata la sintesi perfetta di come si deve giocare sull’erba: atteggiamento tattico sempre in spinta, gioco d’anticipo, ricerca della rete quando il campo si apriva, anche con attacchi in controtempo sempre più rari da ammirare, rendimento eccelso in risposta. È evidente che dietro gli enormi progressi della nostra giocatrice più forte c’è la mano di un coach serio e preparato come Furlan che non le ha messo fretta attendendo che maturasse con i suoi tempi. Ma lei ci ha aggiunto la costante propensione al miglioramento e la capacità di estrarre sempre il 110% dal suo tennis”.