Il candidato dell'opposizione alle presidenziali del Venezuela, Edmundo González Urrutia, ha dichiarato che la sua vittoria alle elezioni del 28 luglio non sarà celebrata solo nel suo Paese, ma farà il giro del mondo.
"Il 28 luglio, la notte in cui non avranno altra scelta che ammettere la vittoria della mia candidatura, la festa non sarà solo in Venezuela, l'abbraccio che ci daremo noi venezuelani viaggerà per il mondo" , ha affermato l'ex ambasciatore, sostenuto dalla leader dell'opposizione, Maria Corina Machado, e considerato il diretto rivale dell'attuale leader 'chavista', Nicolas Maduro, in corsa per un terzo mandato.
"L'era dell'umiliazione è finita in Venezuela.
Stiamo andando verso un'era di prosperità e unità. Stiamo andando verso un'era in cui vivremo bene e lavoreremo insieme", ha detto a sua volta l'ex deputata conservatrice.
Maduro: "Il Venezuela non si consegnerà ai fascisti, il nostro Paese non sarà come l'Argentina di Milei"
Il presidente venezuelano, Nicolas Maduro, candidato alle presidenziali del 28 luglio, in un comizio elettorale a Valencia, nello stato di Carabobo, ha invitato a respingere "i fascisti" e a evitare che il Venezuela diventi come l'Argentina di Milei.
Parlando dell'opposizione Maduro ha ricordato la "violenza" e la "sofferenza" inflitte. "Hanno solo ambizioni e interessi - ha affermato -.
Chi ha chiesto le sanzioni contro il Venezuela? I soliti impostori".
Il presidente - riporta Telesur - ha poi usato l'Argentina guidata da Javier Milei come termine di paragone negativo: "Volete che qui accada come in Argentina, dove hanno licenziato più di 3 milioni di genitori e li hanno lasciati senza lavoro? Volete che il fascismo privatizzi l'istruzione pubblica, il diritto alla salute, alla casa e metta fine alle grandi missioni? A queste persone - ha concluso - dobbiamo dire con tutta la nostra forza patriottica: Non torneranno!".
Ma Maduro, da parte sua, ha annunciato che dopo le elezioni del 28 luglio - da cui considera di uscire vittorioso - convocherà un "grande dialogo nazionale" per discutere di questioni economiche, sociali, politiche e culturali cruciali per la crescita del Paese.
"La prima cosa che farò il giorno 29, dopo il trionfo del 28 luglio, sarà invocare un grande dialogo nazionale", ha detto il capo dello stato nel corso di un evento elettorale a Barinas, evidenziando che il decreto avrà l'obiettivo di "pensare al Venezuela del futuro, unendo i criteri di tutti i venezuelani".
"Solo noi possiamo farlo", ha concluso.